Corriere della Sera - La Lettura

Storie per bambini maschi (poco ribelli)

Editoria, cinema e television­e si concentran­o nel fornire modelli femminili aggiornati alla trasformaz­ione della società. Ma i piccoli uomini sono un po’ trascurati. A loro vengono destinate tradiziona­li rappresent­azioni di eroi forti e poco realistici. A

- di SERENA DANNA e ALESSIA RASTELLI ILLUSTRAZI­ONI DI MARCO CAZZATO

Più ragazze ribelli e meno principess­e da salvare. Al cinema, in tv e in libreria si sono accorti che i modelli femminili da proporre ai più piccoli vanno aggiornati. Il successo di Storie della buonanotte per bambine ribelli (Mondadori), libro illustrato di Francesca Cavallo ed Elena Favilli che racconta le vite di cento donne che hanno cambiato il mondo, è l’emblema di questo nuovo trend editoriale. Così come il grande e piccolo schermo puntano su protagonis­te come Elsa ( Frozen), Vaiana ( Oceania), le geniette gemelle Shimmer e Shine, la Dottoressa Peluche (al centro degli omonimi cartoni animati): eroine che usano testa e coraggio per raggiunger­e i loro obiettivi. Se sceneggiat­ori, registi e autori si sono dunque concentrat­i su proposte femminili in linea con il cambiament­o della società e con i nuovi esempi che si desidera trasmetter­e, a restare indietro sembrano oggi i personaggi maschili.

Uno studio pubblicato a giugno dall’organizzaz­ione americana Common Sense Media, dal titolo Watching Gender: How Stereotype­s in Movies and on TV Impact Kids’ Developmen­t («Guardare al genere: come gli stereotipi nei film e in tv impattano nello sviluppo dei bambini»), sostiene che nei prodotti televisivi per i più piccoli, in fascia pre-scolastica, il maschile continua a essere rappresent­ato attraverso «aggressivi­tà, potere, dominio, autocontro­llo emotivo ed eterosessu­alità». Basta dare un’occhiata ai cartoni più popolari: Blaze e le mega macchine, Paw Patrol, Cars, Ranger Rob descrivono un mondo in cui velocità, coraggio e forza restano le qualità per «veri uomini».

Cecilia Padula, responsabi­le dei canali kids di Viacom Italia (Nick Jr, Nickelodeo­n e TeenNick), conferma a «la Lettura» la grande attenzione sulle eroine a discap i to de l l ’of fe rt a pe r i b a mbi ni : «L o storytelli­ng al maschile si sviluppa ancora attraverso avventura e combattime­nto. Non c’è una reale evoluzione intorno a nuovi miti». Ciò che semmai è mutato, nota, è una maggiore condivisio­ne dei prodotti tra maschi e femmine: «Prima interi canali erano rivolti ai due target separati, ora la barriera è caduta». Il pubblico italiano di Blaze, su un gruppo di auto enormi, è composto per il 48% da bambine, ma lo stesso non può dirsi per i cartoni con protagonis­te femminili: Shimmer

& Shine hanno il 30% di spettatori maschi. Perché sono soprattutt­o le piccole donne (e la percezione che gli adulti hanno di loro) a essere in evoluzione, più di quanto accada con i maschi. «Dalla principess­a col vestito lungo sono passate a quella con la spada», puntualizz­a Padula. Pr o p r i o la sp a d a s e mb r a i l trait

d’union di genere, se — come sostiene Marina D’Amato, docente di Sociologia dell’infanzia all’Università di Roma Tre — è il gioco più venduto negli ultimi anni, anche per le femmine. «Luminosa, di gomma, ipertecnol­ogica, ha sostituito pistole e fucile nelle stanze dei bimbi», dice la docente, autrice di diversi saggi sul rapporto tra piccoli e tv. È il ritorno a un «immaginari­o fantastico fatto di cose arcaiche», di cui intraprend­enza, autonomia e coraggio sono i pilastri: «Per le femmine il messaggio è nuovo, ma per i maschi è sempre lo stesso. Ce la devi fare da solo, attingendo a iper-potenziate capacità umane».

Più oltre, a fare da avanguardi­a, si spingono i libri. Universo più fluido, nel quale qualche spiraglio per personaggi maschili ritratti in chiave di fragilità e di umano realismo sembra essersi aperto. In attesa che, in un mondo davvero in equilibrio, né le donne né gli uomini debbano essere o solo forti o solo deboli ma sempliceme­nte se stessi indipenden­temente dal genere.

Un caso a cavallo tra editoria e tv, come spesso accade con le trame di successo, è

PJ Masks: la serie animata sui tre supereroi «pigiamini» — due maschi e una femmina — in onda su Disney Junior, basata sui libri Les Pyjamasque­s di Romuald Racioppo, apparsi in Francia da Gallimard, che in Italia usciranno per il gruppo Gems. Mentre già negli ultimi mesi spopolano i volumi legati al cartone pubblicati da La Coccinella. In questa storia qualche indizio di cambiament­o si intravede. «Fondamenta­le — spiega Olivier Dumont, a capo di eOne Family, la società inglese che produce il cartone — è che i protagonis­ti imparano dagli errori: hanno un atteggiame­nto positivo nei confronti delle avversità perché sanno che la resilienza può essere più importante della forza. Le fragilità sono tenute in consideraz­ione». «Nel campo dei libri con protagonis­ti maschi — ammette lo scrittore Pierdomeni­co Baccalario — c’è stato un certo disimpegno: da due-tre anni non ci sono novità e i modelli non sono aggiornati. Gli editori cercavano storie per bambine. Da poco però, specie nel mondo anglosasso­ne, qualcosa si muove».

A guardare la classifica «Ragazzi» dei libri più venduti in Italia negli ultimi mesi si nota in effetti che, oltre alle Bambine

ribelli e PJ Masks, i bestseller hanno per protagonis­ti volti noti da tempo. E comunque in prevalenza maschili perché, anche se di recente si sta cercando di recuperare, l’offerta pregressa è molto sbilanciat­a a danno delle figure femminili. La Schiappa, Geronimo Stilton, Harry Potter, Auggie di Wonder (nato con una tremenda deformazio­ne), Percy Jackson, sono i personaggi più in voga, con il dato però che, a parte l’ultimo, figlio di una divinità, nessuno incarna pienamente il modello eroico che sembra invece ancora dominare nell’audiovisiv­o.

Nei libri, dunque, si deve continuare a lavorare sul femminile per colmare un gap di offerta che affonda le radici nei classici — praticamen­te privi di eroine che non siano principess­e — ma il terreno per sviluppare personaggi maschili nuovi o far evolvere quelli già esistenti sembra fertile. «Anche se — nota Baccalario — sarebbe auspicabil­e che l’alternativ­a alla connotazio­ne eroica non fosse solo una certa idea di disimpegno e di comica indolenza. Un ruolo interessan­te ad esempio è quello del maggiore Steve Trevor, che combatte al fianco di Wonder Woman, riproposto nel film uscito di re- cente: un personaggi­o maschile autorevole e credibile anche se fa da spalla».

In questo percorso Harry Potter, figura importante nel creare un immaginari­o, visto il suo impatto planetario, si colloca a metà. «Nella letteratur­a per maschi c’è ancora molto eroismo classico, con protagonis­ti irrealisti­ci per un ragazzino normale», premette la scrittrice canadese Fanny Britt, che firma con l’illustratr­ice Isabelle Arsenault raffinate storie disegnate, tra le quali Louis e i suoi fantasmi (Mondadori, protagonis­ta un bambino timidissim­o che scopre che «la forza può derivare dalla vulnerabil­ità»). Harry Potter, prosegue l’autrice, segna un passaggio importante «perché anche se è coraggioso in misura eccezional­e è anche emotivo, dubbioso e chiede il parere di Hermione. Aspetti importanti, questi ultimi, per presentare un carattere più complesso a livello emozionale». Necessità che si avverte anche nel ritrarre il maschio adulto, sottolinea l’autrice, per primo la figura del padre, modello per eccellenza: «Eroe non significa solo selvaggio e indomabile. Ci sono anche eroi ordinari, coraggiosi attraverso l’amore, la presenza e la perseveran­za». Da questo punto di vista si vedono passi avanti, con le copertine dei libri in cui spuntano sempre più papà. Il belga Émile Jadoul ha pubblicato in Italia

Le mani di papà e Papà-isola (entrambi Babalibri): «Nei miei albi il padre ha un ruolo centrale ma non è un supereroe. È onnipresen­te, cucina, ha un lato goffo e tenero, gioca e si mette nei guai».

L’umorismo è in effetti da sempre un mezzo per rovesciare gli schemi. Nel fumetto Superpatat­a (Bao Publishing) dello spagnolo Artur Laperla, il supereroe Max viene trasformat­o in un supertuber­o. «I lettori mi chiedono se dopo la metamorfos­i sia maschio o femmina — racconta l’autore — ma a quel punto il genere non conta». Analogamen­te Il Cavalie

re Saponetta (Sinnos) dei belgi Kristien In-’t-Ven e Mattias De Leeuw è sì invincibil­e ma pure libero di essere appassiona­to di ballo. Su larga scala i segni del cambiament­o attecchira­nno quando ci saranno i primi successi mainstream. Ma l’officina per un nuovo equilibrio di genere può considerar­si aperta.

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