Corriere della Sera - La Lettura
L’ITALIA FRUSTA I BLASFEMI
L’Italia tratterebbe chi insulta Dio peggio dell’Arabia Saudita, dell’Algeria, del Bangladesh, del Sudan, e di tanti altri Paesi ostili alla libertà religiosa. È il giudizio del rapporto sulla repressione della blasfemia pubblicato dalla Us Commission on International Religious Freedom, l’agenzia governativa statunitense per la libertà religiosa nel mondo. In base al cervellotico sistema di misurazione utilizzato dai ricercatori soltanto Iran, Pakistan, Yemen, Somalia, Qatar e Egitto punirebbero più di noi i diffamatori della religione; essi formerebbero insieme all’Italia il club dei Paesi più pericolosi per la libertà d’espressione.
L’assurdità è frutto d’una metodologia fallace, d’uno studio superficiale del diritto italiano, e più di tutto della mancanza di buon senso dei ricercatori che peraltro ammettono di aver trovato difficile la classificazione dell’Italia. Gli autori del rapporto si rendono particolarmente ridicoli quando spiegano che anche se l’Egitto registra un punteggio simile, e anche se l’Italia privilegia il cattolicesimo più di quanto l’Egitto privilegi l’islam (sic!), sì, dopotutto, nel «contesto italiano» i bestemmiatori sono trattati meglio che in Egitto.
Spetta ai ricercatori denunciare chi maneggia in modo maldestro una materia tanto delicata; spetta al governo pretendere la correzione dei dati erronei relativi alla nostra tutela penale delle religioni.