Corriere della Sera - La Lettura
Il sapere smentisce l’intuito
L’uomo sbaglia se si mette al centro del mondo
«Animalità» è una delle parole più tecniche del vocabolario della filosofia contemporanea e il dibattito anche in Italia è ormai vasto e articolato. Nel suo Emancipazione dell’animalità (Mimesis) Roberto Marchesini cerca di articolarne una definizione soddisfacente che, dalla riconsiderazione delle filosofie che hanno messo in crisi l’importanza della natura animale di Homo sapiens, giunga fino alla discussione di un nuovo paradigma di quella che si chiama «filosofia animale»: un pensiero che provi ad astrarre dal nostro punto di vista sulla realtà.
Marchesini ha dalla sua gli strumenti dell’etologia filosofica, e dunque anche del confronto tra specie e individui diversi, per dimostrare che la nostra cono- scenza dei fenomeni e degli oggetti del mondo non può che migliorare, o talvolta scoprirsi del tutto erronea, se prendiamo in considerazione le interazioni che con queste entità hanno le altre forme di vita. Lo spirito della scoperta scientifica è il piacere di scoprire che la realtà contraddice il nostro intuito: il superamento di quella che Marchesini chiama «proiezione antropocentrica» è la base per una conoscenza autentica.
Così, «animalità», diventa non tanto la banale e necessaria proprietà dell’essere animale quanto la chiave di lettura alla trasversalità della conoscenza: il mondo fuori di noi, ma anche, contro ogni antropocentrismo radicale possibile, il mondo senza di noi.