Corriere della Sera - La Lettura

Com’è povera la vita senza l’arte

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Sui temi che riguardano l’arte e il mio lavoro di artista, preferisco concentrar­mi su dati di fatto. Non desidero affrontare questioni interpreta­tive. Ma. Queste sono le mie idee sull’esperienza del dipingere, su cui mi sono soffermato in precedenza in alcuni miei scritti. Ora non ricordo bene quando.

L’arte è molto meno importante della vita, ma come sarebbe povera la vita senza di essa. Si lavora senza pensare a come lavorare.

Non so come produrre pensieri. Non ho idea di quel che i dipinti dicano del mondo. Non credo che la cosa riguardi il pittore. Il pittore si limita a fare quadri senza una ragione cosciente.

Nel mio lavoro ho cercato di nascondere la mia personalit­à, il mio stato d’animo, le mie emozioni. Questo era in parte dovuto a come mi sentivo e in parte a come sentivo la pittura a quel tempo. Per un po’ ho insistito, ma alla fine mi è sembrata una battaglia perdente. Alla fine bisogna abbandonar­e la riserva. L’arte è una denuncia o un appagament­o. Penso che in un dipinto si voglia trovare un senso della vita.

Il suggerimen­to finale, la dichiarazi­one finale, non deve essere un’affermazio­ne, ma piuttosto una resa. Deve essere quello che non si può evitare di dire.

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