Corriere della Sera - La Lettura
La voce ritrovata
Come sarà il mattino di domani, sarò ancora in piedi e la poesia sarà pur sempre una cosa da ragazzi? Lo chiedo a te, mia Sibilla, accucciata sopra un platano frondoso del Lungotevere, che come un fuso volteggiavi in un capodanno di bicchieri, lanciati nel cortile. La poesia è tornata bambina, indossa la tua vestaglietta blu, con il muso serrato, in quel polveroso ballo del Settantatre. Sfoglia adesso, mi dici, le crude primavere invernali, le schizofreniche estati autunnali, dove termina ciò che non ha mai avuto fine. Albeggia, il canto dell’allodola fuga le ombre della notte. Vita mia, presto volerò da te. Ma io perché indugio, che cosa mi trattiene ancora?