Corriere della Sera - La Lettura
La mia spia vintage politicamente scorretta
di ARTURO PÉREZ-REVERTE con un testo di ELISABETTA ROSASPINA
L’idea di raccontare alcuni episodi della vita di una spia spagnola nei turbolenti anni Trenta e Quaranta mi ronzava in testa da molto tempo. A ispirarmi, più che il ricordo delle letture di Ian Fleming o John Le Carré, autori di libri di spie relativamente contemporanei, erano i grandi romanzieri di spionaggio del passato: i primi creatori di agenti segreti che scoprii da ragazzino tra le pagine di Somerset Maugham ed Eric Ambler. Spie, quelle, la cui attività non si basava tanto sui moderni telefoni e apparecchi elettronici (ormai prevedibili e banali) o sull’armamentario fantastico dell’agente speciale a cui ci ha abituati il cinema, ma piuttosto sulle vecchie risorse clandestine: veleno, pugnale, inchiostro invisibile, treni notturni, avventuriere internazionali, passaporti falsi, frontiere di un’Europa convulsa e affascinante che si incamminava verso l’olocausto mondiale.
La mia intenzione era creare un gioco intelligente di spie, con un’atmosfera classica ma suggestiva per il lettore contemporaneo, a metà strada tra storia e finzione. Far muovere il mio agente segreto dai bassifondi più sordidi ai luoghi più raffinati, dalle fogne degli Stati che si disgregavano tra fascismo e comunismo agli alberghi di lusso, ai casinò e agli stabilimenti termali più eleganti. Volevo ottenere una giusta combinazione di violenza e lusso, di morte e glamour nell’Europa che la Seconda guerra mondiale avrebbe spazzato via per sempre.
Così ho deciso di creare il personaggio di Lorenzo Falcó: un agente amorale, violento, simpatico, crudele, elegante, capace di torturare, di violentare una donna o di ammazzare chiunque senza rimorsi e al contempo di farsi amici leali per tutta la vita. Un personaggio contraddittorio e politicamente scorretto, tanto per dargli un po’ di pepe, visti i tempi che corrono. Un uomo per cui le parole patria, amore o futuro non avessero alcun senso. Un personaggio ambiguo, affascinante e oscuro. Un lupo avido e pericoloso, leale solo verso se stesso. E così, l’anno scorso è uscita in Spagna la prima
avventura, intitolata Falcó, che il mio editore italiano ha intitolato Il codice dello scorpione (a ottobre in
Spagna uscirà Eva, il secondo capitolo della serie).
Il primo episodio ha riscosso un enorme successo, e ne sono felice, perché mi permette di continuare a raccontare le peripezie di questo singolare personaggio: ex trafficante di armi, spia senza scrupoli che, per il momento, lavora come agente per i servizi di intelligence franchisti, in piena guerra civile spagnola. Nell’autunno del 1936, quando la frontiera tra amici e nemici è ancora soltanto una linea imprecisa e pericolosa, Falcó riceve l’incarico di portare a termine una difficile missione che potrebbe cambiare il corso della storia della Spagna. Clandestino in zona repubblicana, l’agente franchista avrà come compagni di avventura un uomo e due donne che forse sono anche le sue vittime, in un periodo in cui la vita si scrive a colpi di tradimenti e niente è come sembra. ( traduzione di Elena Rolla)