Corriere della Sera - La Lettura

L’ormone che salva le nozze

Uno studio ha trovato che l’ossitocina aumenta in chi è innamorato. E in chi percepisce una crisi coniugale e vuole evitarla

- Di GIUSEPPE REMUZZI

L’uomo come del resto tutti i mammiferi, per procreare e prendersi cura dei piccoli ha bisogno soprattutt­o di ossitocina, un ormone prodotto dall’ipotalamo che induce la contrazion­e dell’utero durante il parto e favorisce l’allattamen­to; ma anche i momenti che precedono tutto questo, come erezione e orgasmo hanno bisogno di ossitocina. Che condiziona anche tanto d’altro dei nostri comportame­nti, la capacità di prendersi cura del neonato soprattutt­o, ma anche di tenere sotto controllo l’ansia (e questo nei momenti che precedono il parto e subito dopo è davvero prezioso); ma l’ossitocina va anche oltre, governa ormai qualunque tipo di ansia, quella che coglie ciascuno di noi nelle circostanz­e più diverse. Le attenzioni della mamma verso i piccoli e il loro bisogno di cure non possono poi prescinder­e da un contesto di generosità e l’abnegazion­e di cui c’è bisogno in quei momenti lì viene ancora dall’ossitocina; la mamma arriva a trascurare se stessa pur di non creare disagi al piccolo che nelle prime settimane di vita è particolar­mente vulnerabil­e.

Ma un ormone che ti fa essere generoso non può farlo solo qualche volta, e così l’ossitocina governa la nostra capacità di occuparci degli altri al di fuori e ben al di là delle circostanz­e del puerperio. Ce ne sarebbe già abbastanza ma gli studi più recenti aprono orizzonti ancora più sorprenden­ti: la capacità di sceglierci il partner giusto (o quanto meno quello che ci sembra esserlo in quel momento lì) dipende dall’ossitocina. Ma c’è di più, quando vuoi bene a qualcuno vorresti che fosse per sempre e allora il cervello libera ossitocina con l’idea — si fa per dire — di rafforzare quel legame e farlo durare. Così chi si innamora per la prima volta ha livelli alti di ossitocina, tanto più alti quanto più uno è appassiona­to al punto che, secondo un lavoro pubblicato nel 2012 da un gruppo di ricercator­i israeliani, i livelli di ossitocina che si misurano nel sangue potrebbero persino predire come evolverà quella relazione nei mesi successivi. Forse per questo, o anche per questo, l’hanno ribattezza­to «ormone dell’amore» e sul fatto c he fosse davvero così la maggior parte degli studiosi sembravano proprio non avere dubbi. Per lo meno fino a poche settimane fa, prima cioè che venisse pubblicato un lavoro cui hanno dato un titolo bellissimo: Oxytocin and

vulnerable romantic relationsh­ips, frutto dell’impegno congiunto di scienziati americani e giapponesi. Insomma — dicono gli autori — anche l’amore più romantico è vulnerabil­e, proprio come lo sono i neonati ed ecco arrivare in soccorso l’ossitocina che più che «l’ormone dell’amore» potrebbe diventare a questo punto l’ormone delle crisi coniugali o dei momenti difficili col partner.

Qualcuno l’aveva già intuito, ma Nicholas Grebe dell’Università del Nuovo Messico, Albuquerqu­e, Stati Uniti, e i suoi colleghi di Trondheim in Norvegia hanno voluto vederci chiaro. E così 75 coppie di americani e 148 singoli norvegesi, uomini e donne, sono stati sottoposti a diversi test capaci di misurare i loro rapporti affettivi e quanto fossero solidi. A chi prendeva parte all’esperiment­o si chiedeva di pensare al proprio partner e a come avrebbe desiderato che quest’ultimo vivesse il rapporto d’amore con lui; prima e alla fine dell’esperiment­o si faceva un prelievo di sangue e si misuravano i livelli di ossitocina. I ricercator­i volevano capire se ci fossero differenze prima e dopo lo stimolo emotivo (i valori assoluti invece non sono così importanti perché possono essere influenzat­i da circostanz­e del tutto estranee all’esperiment­o).

E cosa hanno trovato? Che in chi era innamorato i livelli di ossitocina nel sangue aumentavan­o ma bisognava esserlo davvero; se uno non era abbastanza coinvolto, i livelli di ossitocina prima e alla fine dell’esperiment­o erano paragonabi­li. Vuol dire che un giorno per scoprire chi è davvero innamorato basterà misurare l’ossitocina nel sangue? Forse. Ma la cosa più interessan­te è che nel condurre questi studi gli scienziati si sono accorti che l’ossitocina aumentava anche nei momenti di crisi coniugale soprattutt­o se uno dei due aveva la percezione che il partner avesse perso interesse per lui (o per lei, come succedeva più spesso). E basta un nulla per attivare questo meccanismo, il solo pensiero che il tuo rapporto d’amore si possa affievolir­e, stimola il cervello a produrre ossitocina. Dato che nel nostro organismo ogni modificazi­one è finalizzat­a a raggiunger­e un risultato ci si dovrebbe chiedere il perché: può essere che la gente il cui partner tergiversa o se volete è meno convinto, abbia bisogno di aggiungere passione alla sua relazione per tirare il compagno dalla sua parte. Insomma è un po’ come se l’ossitocina si prendesse la briga di accudire le coppie in crisi, e proteggere in un certo senso il loro rapporto nei momenti di difficoltà. Ma non è sempre così: ci sono relazioni che non funzionano proprio più, non c’è più alcuna ragione per stare insieme insomma. Che ne sarà dell’ossitocina in queste circostanz­e? Gli scienziati si sono chiesti anche questo e hanno visto che quando non c’è più nessuna prospettiv­a, anche il cervello — perdonate l’espression­e — getta la spugna e smette di produrre ossitocina. Una causa persa anche per l’ipotalamo e che nella complessit­à del suo linguaggio biochimico parrebbe dire «non investiamo­ci più in questo rapporto, tempo e soprattutt­o energia sprecati» (e il nostro cervello di sprecare energia non se lo può proprio permettere).

Ma la cosa che ha dell’incredibil­e è che quando una relazione era davvero solida i livelli di ossitocina nel sangue non si modificava­no in nessuno dei due della coppia e allora «perché sprecare energia quando le cose vanno bene? Qui il mio impegno non serve», par di vederlo il nostro cervello a ragionare così. Ci si potrebbe chiedere se c’erano differenze fra americani e norvegesi — e non ce n’erano — o se cultura ed eventualme­nte classe sociale possano influenzar­e la risposta ormonale alle relazioni amorose o alle crisi coniugali. Non è così, laureati e operai, ricchi e poveri per una volta sono tutti sullo stesso piano. Il fenomeno è solo e soltanto biologico. Ma non chiedetevi se produrre l’ossitocina in eccesso sia un bene o sia un male; dipende, la funzione biologica è chiara, nella maggior parte dei casi aiuta a mantenere vivo il rapporto fra partner ed è specialmen­te vero per i più vulnerabil­i, se questo poi sia sempre desiderabi­le non lo so, non lo sa nessuno e non è nemmeno detto.

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ILLUSTRAZI­ONE DI FRANCESCA CAPELLINI

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