Corriere della Sera - La Lettura
L’ormone che salva le nozze
Uno studio ha trovato che l’ossitocina aumenta in chi è innamorato. E in chi percepisce una crisi coniugale e vuole evitarla
L’uomo come del resto tutti i mammiferi, per procreare e prendersi cura dei piccoli ha bisogno soprattutto di ossitocina, un ormone prodotto dall’ipotalamo che induce la contrazione dell’utero durante il parto e favorisce l’allattamento; ma anche i momenti che precedono tutto questo, come erezione e orgasmo hanno bisogno di ossitocina. Che condiziona anche tanto d’altro dei nostri comportamenti, la capacità di prendersi cura del neonato soprattutto, ma anche di tenere sotto controllo l’ansia (e questo nei momenti che precedono il parto e subito dopo è davvero prezioso); ma l’ossitocina va anche oltre, governa ormai qualunque tipo di ansia, quella che coglie ciascuno di noi nelle circostanze più diverse. Le attenzioni della mamma verso i piccoli e il loro bisogno di cure non possono poi prescindere da un contesto di generosità e l’abnegazione di cui c’è bisogno in quei momenti lì viene ancora dall’ossitocina; la mamma arriva a trascurare se stessa pur di non creare disagi al piccolo che nelle prime settimane di vita è particolarmente vulnerabile.
Ma un ormone che ti fa essere generoso non può farlo solo qualche volta, e così l’ossitocina governa la nostra capacità di occuparci degli altri al di fuori e ben al di là delle circostanze del puerperio. Ce ne sarebbe già abbastanza ma gli studi più recenti aprono orizzonti ancora più sorprendenti: la capacità di sceglierci il partner giusto (o quanto meno quello che ci sembra esserlo in quel momento lì) dipende dall’ossitocina. Ma c’è di più, quando vuoi bene a qualcuno vorresti che fosse per sempre e allora il cervello libera ossitocina con l’idea — si fa per dire — di rafforzare quel legame e farlo durare. Così chi si innamora per la prima volta ha livelli alti di ossitocina, tanto più alti quanto più uno è appassionato al punto che, secondo un lavoro pubblicato nel 2012 da un gruppo di ricercatori israeliani, i livelli di ossitocina che si misurano nel sangue potrebbero persino predire come evolverà quella relazione nei mesi successivi. Forse per questo, o anche per questo, l’hanno ribattezzato «ormone dell’amore» e sul fatto c he fosse davvero così la maggior parte degli studiosi sembravano proprio non avere dubbi. Per lo meno fino a poche settimane fa, prima cioè che venisse pubblicato un lavoro cui hanno dato un titolo bellissimo: Oxytocin and
vulnerable romantic relationships, frutto dell’impegno congiunto di scienziati americani e giapponesi. Insomma — dicono gli autori — anche l’amore più romantico è vulnerabile, proprio come lo sono i neonati ed ecco arrivare in soccorso l’ossitocina che più che «l’ormone dell’amore» potrebbe diventare a questo punto l’ormone delle crisi coniugali o dei momenti difficili col partner.
Qualcuno l’aveva già intuito, ma Nicholas Grebe dell’Università del Nuovo Messico, Albuquerque, Stati Uniti, e i suoi colleghi di Trondheim in Norvegia hanno voluto vederci chiaro. E così 75 coppie di americani e 148 singoli norvegesi, uomini e donne, sono stati sottoposti a diversi test capaci di misurare i loro rapporti affettivi e quanto fossero solidi. A chi prendeva parte all’esperimento si chiedeva di pensare al proprio partner e a come avrebbe desiderato che quest’ultimo vivesse il rapporto d’amore con lui; prima e alla fine dell’esperimento si faceva un prelievo di sangue e si misuravano i livelli di ossitocina. I ricercatori volevano capire se ci fossero differenze prima e dopo lo stimolo emotivo (i valori assoluti invece non sono così importanti perché possono essere influenzati da circostanze del tutto estranee all’esperimento).
E cosa hanno trovato? Che in chi era innamorato i livelli di ossitocina nel sangue aumentavano ma bisognava esserlo davvero; se uno non era abbastanza coinvolto, i livelli di ossitocina prima e alla fine dell’esperimento erano paragonabili. Vuol dire che un giorno per scoprire chi è davvero innamorato basterà misurare l’ossitocina nel sangue? Forse. Ma la cosa più interessante è che nel condurre questi studi gli scienziati si sono accorti che l’ossitocina aumentava anche nei momenti di crisi coniugale soprattutto se uno dei due aveva la percezione che il partner avesse perso interesse per lui (o per lei, come succedeva più spesso). E basta un nulla per attivare questo meccanismo, il solo pensiero che il tuo rapporto d’amore si possa affievolire, stimola il cervello a produrre ossitocina. Dato che nel nostro organismo ogni modificazione è finalizzata a raggiungere un risultato ci si dovrebbe chiedere il perché: può essere che la gente il cui partner tergiversa o se volete è meno convinto, abbia bisogno di aggiungere passione alla sua relazione per tirare il compagno dalla sua parte. Insomma è un po’ come se l’ossitocina si prendesse la briga di accudire le coppie in crisi, e proteggere in un certo senso il loro rapporto nei momenti di difficoltà. Ma non è sempre così: ci sono relazioni che non funzionano proprio più, non c’è più alcuna ragione per stare insieme insomma. Che ne sarà dell’ossitocina in queste circostanze? Gli scienziati si sono chiesti anche questo e hanno visto che quando non c’è più nessuna prospettiva, anche il cervello — perdonate l’espressione — getta la spugna e smette di produrre ossitocina. Una causa persa anche per l’ipotalamo e che nella complessità del suo linguaggio biochimico parrebbe dire «non investiamoci più in questo rapporto, tempo e soprattutto energia sprecati» (e il nostro cervello di sprecare energia non se lo può proprio permettere).
Ma la cosa che ha dell’incredibile è che quando una relazione era davvero solida i livelli di ossitocina nel sangue non si modificavano in nessuno dei due della coppia e allora «perché sprecare energia quando le cose vanno bene? Qui il mio impegno non serve», par di vederlo il nostro cervello a ragionare così. Ci si potrebbe chiedere se c’erano differenze fra americani e norvegesi — e non ce n’erano — o se cultura ed eventualmente classe sociale possano influenzare la risposta ormonale alle relazioni amorose o alle crisi coniugali. Non è così, laureati e operai, ricchi e poveri per una volta sono tutti sullo stesso piano. Il fenomeno è solo e soltanto biologico. Ma non chiedetevi se produrre l’ossitocina in eccesso sia un bene o sia un male; dipende, la funzione biologica è chiara, nella maggior parte dei casi aiuta a mantenere vivo il rapporto fra partner ed è specialmente vero per i più vulnerabili, se questo poi sia sempre desiderabile non lo so, non lo sa nessuno e non è nemmeno detto.