Corriere della Sera - La Lettura

La vecchia banda avvia l’operazione Gran Canaria

Ecco dove si vive meglio da anziani, i soldi bastano e le ossa non cigolano più. Egidio ha avuto una bella idea

- Di ALICE BASSO

Egidio è seduto al tavolo della cucina, illuminato dalla luce che penetra dalla finestra. È una luce delicata, non si sa se smorzata più dalla tendina o dallo schifo sui vetri. Madonna quanto si sporcano i vetri in città. Lo diceva pure l’Adele, la sua povera moglie, che infatti ci dava di straccio ogni tre settimane massimo. Egidio la moglie se la ricorda praticamen­te solo così: di spalle. A lavare i vetri. O a rifare il letto. O a curare il sugo.

La Bruna, la domestica, i vetri li avrà lavati l’ultima volta a marzo. Poi Egidio le ha detto di non disturbars­i più a venire che tanto non poteva pagarla.

Egidio sta leggendo — da venti minuti — la bolletta del gas, aperta come una ferita sul tavolo di fronte a lui. Duecentove­ntiquattro euro e cinquanta. Ma siamo pazzi. Ma manco per scaldare la Reggia di Caserta. Tutta colpa dei Martuzzi del primo piano che hanno sempre freddo. Che poi. Anche lui ha sempre freddo, ma a un certo punto te lo tieni e ti metti un maglione in più, per la miseria. Egidio alza gli occhi. Pensa all’Adele che l’ha lasciato solo.

Pensa alla Bruna, che l’ha lasciato solo pure lei, e che gli manca per motivi diversi ma comunque dolorosi assai.

Pensa alla bolletta, soprattutt­o (scusa, Adele).

Pensa che è ora di cambiare le cose, e che, ad avere coraggio, saprebbe anche come.

«Chi è al telefono?» chiede la Luisa dal tinello.

Siccome Osvaldo non le risponde, la Luisa tende le orecchie e si accorge che dall’anticamera, cioè da dove sta il telefono, non viene nessun rumore. Si asciuga le mani nel grembiule e si affaccia: Osvaldo è lì, in piedi, con il ricevitore in mano e l’aria di uno che è talmente occupato a credere a quello che sta ascoltando da essersi scordato di respirare. Oddio, l’ictus, lo sapevo che prima o poi, pensa la Luisa. Poi Osvaldo mugola qualcosa dentro la cornetta, come per cercare senza troppa convinzion­e di interrompe­re la persona che dall’altra parte lo deve stare evidenteme­nte rincoglion­endo di chiacchier­e, e la Luisa si tranquilli­zza. Non gli è ancora partito il cervello. Se continua a stare in piedi fermo così come un palo, però, sicuro gli parte la schiena. Così gli tira uno sgabello sotto il sedere e se ne torna di là a finire di pulire i finocchi.

Dopo un po’ Osvaldo rientra nel tinello. «Era Egidio», annuncia. Alla Luisa a momenti cade l’insala-

tiera per terra.

«Ma Egidio Egidio? » chiede. Osvaldo annuisce con tanta di quella foga che la cervicale deve fargli vedere due galassie, ma non sembra importargl­iene. «E cosa voleva Egidio dopo tutti questi anni?» incalza la Luisa.

«Rimettere insieme la vecchia banda».

L’insalatier­a rischia la vita per la seconda volta in un minuto, poverina, e nemmeno lo sa. Osvaldo si siede. «Ma scherzi», dice la Luisa, e viene a sederglisi accanto anche lei.

Osvaldo scuote il testone calvo. «No no. Era serio. E la vuoi sapere una cosa? Mi ha quasi convinto». Sospira. «Ha un piano. E... è un bel piano. Un colpaccio».

«Di nuovo tutti insieme», dice la Luisa guardando l’infinito nel disegno delle piastrelle. «Come una volta. Certo che, dopo tutto questo tem- po... Chissà quanto saremo arrugginit­i...».

«Dice che non abbiamo niente da p e rde re . Lu i non ha pi ù l ’ Adel e ; quanto a noi, Marta e Michele sono all’estero. E a nessuno di noi basta la pensione di merda che ci ritroviamo, con rispetto parlando». La Luisa lo guarda male perché le parolacce non le piacciono. Anche quando Osvaldo era l’autista della banda e spingeva come un razzo la loro Panda — meno epica di una decappotta­bile, ma perfetta se non vuoi farti notare dalle autopattug­lie — alla Luisa dava noia se nella foga gli scappava qualche espression­e un po’ troppo colorita.

«Mi ha chiesto se sentiamo ancora la Cecchina», dice Osvaldo. «E io gli ho detto che sì, tu la vedi sempre al burraco. Ho fatto male?».

La Luisa sospira, poi alza le spalle. «Ma no, è giusto. La vecchia banda è la vecchia banda. E da che mondo è mondo una banda ha bisogno di una Cecchina». Si gratta la testa, sotto la permanente fitta come moquette. «Chissà se ce l’ha ancora, la pistola».

Così il sabato sono tutti lì, attorno a l t a vol o di Egi di o. Lui , l a Lui s a , Osvaldo, e anche la Cecchina, che a settant’anni e passa è ancora la vamp della ghenga.

«Diglielo, Egidio», sussurra Osvaldo. «Diglielo anche a loro, il piano».

Egidio annuisce e srotola le mappe.

«Complesso residenzia­le Las Rosas, Gran Canaria», annuncia indicando il progetto. «Bilocali di nuova costruzion­e nidificati a tre a tre attorno a un cortile». Indica una foto: tre casette danno su un giardinett­o quadrato; il lato aperto si affaccia su una stradina che punta alla spiaggia. «Uno a me, uno a voi e uno alla Cecchina. Fanno quarantami­la euro a nucleo, ma se li compriamo assieme ce li mettono a centomila in tutto e in pratica ci sistemiamo con niente».

«La vecchia banda, di nuovo riunita», sospira la Luisa. «Come ai tempi della scuola. Con le nostre corse al mare, le notti in piedi con la chitarra... Non mi sembra vero».

«Avevo già pensato di partire, ma come facevo, da solo», dice Egidio. «È il problema di quelli della nostra età che vanno a cercare la pace su qualche spiaggia tropicale: la pensione finalmente ti basta, le ossa non ti cigolano più — ma sei solo. Al massimo ti ci puoi portare la moglie, la famiglia, e qualche volta non hai nem- meno più quelle, come me. Così ho rimuginato, ho ripensato a tutta la mia vita, e ho capito che sapevo esattament­e con quali persone avrei voluto passare gli anni che ancora ho davanti. Con i miei amici di una volta. I migliori che abbia mai avuto».

La Cecchina, cioè Francesca, gli carezza il polso. «Ci divertirem­o. Io ce l’ho ancora la pistola, sai?».

«Quante volte te l’avrà sequestrat­a, tua madre, quella pistola ad acqua?» dice Osvaldo. «Per quello ho giurato di conservarl­a finché campo», dice la Cecchina. «Ci faremo ancora delle gran battaglie, sulla spiaggia», pregusta la Luisa, che a guardie e ladri non se la cavava male nemmeno lei.

«E niente più problemi con la bolletta del riscaldame­nto», sorride Egidio alzando lo sguardo verso la finestra.

Gli sembra di vedere del blu.

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