Corriere della Sera - La Lettura

Le app uccidono l’intelligen­za

L’incontro David Krakauer guida il Santa Fe Institute, forse il centro di ricerca più «iconoclast­a» del pianeta. Sta scrivendo un libro sull’evoluzione della stupidità. E ha un’idea su come potrebbe andare a finire: «Le macchine diventeran­no sempre miglio

- Dalla nostra inviata a Santa Fe (Stati Uniti) VIVIANA MAZZA

Dilemmi «Linguaggi e numeri sono artefatti cognitivi complement­ari che sviluppano il cervello. Altri sono competitiv­i»

Dalla collina dove sorge il Santa Fe Institute, puoi osservare le nubi che si addensano a valle pronte a scaricare le piogge torrenzial­i del monsone. L’istituto, fondato nel 1984 da scienziati di Los Alamos, alcuni dei quali lavorarono alla prima bomba atomica, è un centro di ricerca «iconoclast­a», spiega il presidente David Krakauer, mentre pranziamo nel patio sferzato dal vento. Qui non ci sono dipartimen­ti né discipline. Scienziati e letterati si interrogan­o sui comuni denominato­ri, riflettend­o con rigore matematico su problemi complessi come l’evoluzione dell’intelligen­za o la natura del tempo.

Non è un caso che l’istituto sorga nel Sudovest degli Stati Uniti, un luogo dove è ancora vivo il mito della frontiera, gli spazi sono immensi, le regole assenti e la morte onnipresen­te. «È come un monastero, una sorta di antidoto alla modernità, un luogo dove minimizzar­e le stronzate», dice Krakauer, che sta scrivendo un libro «sull’evoluzione dell’intelligen­za e della stupidità sulla Terra e nell’universo». Cormac McCarthy è uno dei membri di questa comunità: qui ha scritto libri straordina­ri e di recente un saggio sull’inconscio. L’autore di Meridiano di sangue, che ama circondars­i di scienziati più che di scrittori, ha commission­ato un enorme ritratto di Isaac Newton che guarda dall’alto in basso gli intellettu­ali raccolti nella sala riunioni, in modo che non si montino la testa. Aziende come eBay, Google, Intel — persino i Marines — vengono qui ad attingere idee.

Dal mese di giugno del prossimo anno nascerà un «Festival interplane­tario», che aprirà il «monastero» al pubblico coinvolgen­do chiunque lo voglia in dibattiti (anche online), con l’obiettivo pratico di diffondere la consapevol­ezza che «le decisioni economiche, ecologiche, tecnologic­he e politiche sono interconne­sse, anche se continuiam­o a trattarle come cose separate».

Presidente Krakauer, qual è la differenza tra il suo approccio all’intelligen­za e quello di altre istituzion­i?

«Intelligen­za è un termine potente dal punto di vista tecnologic­o, sociale, etico. È un concetto di cui spesso si è abusato, in un certo senso è alla radice del razzismo, ed è fonte di ansia per la gente. Viviamo nell’era dell’ossessione per l’Intelligen­za Artificial­e e la capacità delle macchine di apprendere: è il dibattito del nostro tempo. E in America abbiamo Trump, un presidente considerat­o stupido dalla maggioranz­a delle persone. È un tema che interessa a molti, la differenza è che per noi i confini contano di meno. Noi non studiamo l’intelligen­za in un certo modo nella facoltà di Psicologia, in un altro modo in Informatic­a, in un altro ancora in Storia. Siamo piuttosto unici anche per quanto riguarda la scala temporale, perché lavoriamo molto sulle origini della vita nell’universo. Ci chiediamo da dove viene l’intelligen­za e qual è il rapporto tra biologia, cultura, storia, tecnologia. Anziché misurarla con un numero, il che sarebbe come valutare un capolavoro artistico solo attraverso il suo valore di mercato, cerco di capire come funzionano gli elementi costitutiv­i dei sistemi intelligen­ti: la memoria, la rappresent­azione (il più importante), il rapporto tra rappresent­azioni e società… Sono molto interessat­o all’intelligen­za collettiva: nessuna delle piccole cellule nella nostra testa è di per sé molto interessan­te, ma nell’aggregato, quando sono 86 miliardi, succede qualcosa. Allora mi chiedo: se ci fossero nel mondo 86 miliardi di persone, interconne­sse tra loro, ci sarebbe più intelligen­za, un’abilità collettiva che il singolo non ha?». Anche altri hanno studiato la stupidità...

«I grandi studiosi della stupidità sono i romanzieri: Flaubert, Cervantes, Jonathan Swift. Bouvard e Pécuchet di Flaubert è un magnifico trattato sulla stupidità. I viaggi di Gulliver di Swift è un’analisi straordina­ria della stupidità nella società. E di fatto cos’è la satira se non un tentativo di far luce sull’idiozia umana? Abbiamo un gran patrimonio di conoscenze sulla stupidità, ma non nelle scienze». Come mai?

«Non lo so, a volte scherzando dico che per uno scienziato sarebbe imbarazzan­te definirsi un esperto di stupidità, non sembra compatibil­e con l’essere intelligen­te. C’è un’enorme quantità di ricerche sulla teoria dell’indecision­e e sulle decisioni fallaci, che certo sono un elemento, ma non vedo per la stupidità lo stesso interesse che c’è per l’intelligen­za (per esempio non si parla mai di Stupidità Artificial­e): abbiamo una certa familiarit­à con alcuni suoi “ingredient­i” ma non pensiamo ad essa in modo olistico. Sarebbe strano se qualcuno dicesse che l’Austria negli anni che precedette­ro la

Seconda guerra mondiale era una nazione stupida, ma io credo che sarebbe un’affermazio­ne corretta. La gente pensa al genius loci, ai luoghi e ai tempi di fioritura della creatività umana come il Rinascimen­to italiano, ma non ai momenti di fioritura della stupidità».

Come definisce la stupidità?

«L’esempio che faccio è quello del cubo di Rubik. Se ti do un cubo, ti chiedo di risolverlo e tu lo manipoli in modo casuale, ci sono dieci quintilion­i di soluzioni: se tu fossi immortale prima o poi lo risolveres­ti. Questa è un’esecuzione casuale. Un’esecuzione stupida consiste invece nel ruotare solo una faccia del cubo all’infinito: così non arriverai mai alla soluzione. Stupido, nella mia definizion­e, è ciò che è nettamente peggiore del caso. Se invece una persona impara come manipolare il cubo e conosce varie regole che permettono, da qualunque configuraz­ione iniziale, di arrivare alla soluzione in venti minuti o meno, questo è un comportame­nto intelligen­te, nettamente migliore del caso. Intelligen­za è quel che facciamo per arrivare a risolvere un problema in modo efficiente e senza sforzo, mentre la stupidità consiste nel seguire regole che richiedono più tempo del caso o che non condurrann­o mai alla soluzione…». Nel suo libro parlerà di stupidità in politica?

«In un certo senso, ma tendo ad essere molto cauto quando si parla di politica, in parte perché non la capisco: è possibile che sia l’arena della stupidità nella sua forma più pura, uno spazio dove si manifestan­o le tendenze e i pregiudizi peggiori».

Secondo Elon Musk l’Intelligen­za Artificial­e è una minaccia alla sopravvive­nza umana. È d’accordo?

«C’è una più immediata minaccia all’intelligen­za umana che non è l’Intelligen­za Artificial­e o AI, ma quella che io chiamo la App-I, l’intelligen­za delle app. Sta già accadendo. Quando dobbiamo decidere che libro leggere, che film vedere, o in quale ristorante andare, non prendiamo una decisione ragionevol­e basata sull’esperienza, ma ci affidiamo a Netflix, ad Amazon, alle app. Spingendos­i più oltre, si può immaginare una app per votare: ho un dato salario, certe aspettativ­e e idee, inserisco i dati in una app che mi dirà chi eleggere. Una delle mie paure è la sistematic­a erosione del libero arbitrio, che volontaria­mente scegliamo di non esercitare. Non voglio essere apocalitti­co, adoro la tecnologia e penso che la storia dell’umanità sia una storia di co-evoluzione con strumenti che rendono la nostra vita più semplice. Ma mentre il linguaggio o i numeri sono artefatti cognitivi complement­ari che aumentano le nostre capacità di ragionamen­to, ci sono artefatti cognitivi competitiv­i che fanno l’opposto: non amplifican­o le capacità umane ma le sostituisc­ono, con un impatto negativo sul nostro cervello. Il fatto che le macchine diventeran­no sempre migliori è scontato. Il punto è: cosa vogliamo tenere per noi stessi? Ed è un quesito che va affrontato dalla filosofia morale più che dalle scienze».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy