Corriere della Sera - La Lettura

E de Chirico ridisegnò «I Puritani»

Il 25 maggio 1933 gli spettatori della prima edizione del Maggio Fiorentino restarono spiazzati di fronte all’opera di Vincenzo Bellini con gli abiti progettati dall’artista. Fu uno scandalo. Ora vanno in mostra a Milano

- Di ANNACHIARA SACCHI

Il pubblico del Comunale di Firenze irenze si aspettava una rappresent­azione one più ortodossa. Classica, quantomeno: omeno: ambientazi­one cupa, abiti neri, eri, cuffiette per le donne, velluti per r gli uomini. Il tipico allestimen­to immaginato aginato per I Puritani, opera (l’ultima) di Vincenzo Bellini (1801-1835) ambientata nell’Inghilterr­a di Oliver Cromwell. Ma quel 25 maggio 1933 gli spettatori accorsi alla prima edizione del Maggio Musicale e Fiorentino rimasero sorpresi. E per nulla entusiasti: le vesti degli attori erano rano coloratiss­ime, dipinte su fustagno o di cotone bianco, dalle forme e geomemetri­e rigide. Quasi metafisich­e. Le aveva create Giorgio de Chirico.

Fu uno scandalo. E un fiasco. Critica itica indignata, fatta eccezione per i pareri areri positivi di Elio Vittorini e Bruno Barilli; allestimen­to bocciato: sia le scene e (di cui non rimane neanche una fotografia), ia), sia i costumi chiari e con «assurde» applicazio­ni in gommapiuma, che facevano no pensare alle dita di una mano, furono massacrati dalla stampa. Ma conservati. . Quelle creazioni sono ora raccolte in una a mostra a Milano, all’Università Cattolica:a: trenta abiti di scena sugli oltre 180 realizzati zzati per quella rara produzione sono esposti osti in I Manichini di de Chirico. Costumi di scena dell’Archivio Cerratelli, dal 19 settembre embre al 6 ottobre (in via Nirone 15, www.uniww.unicatt.it, lunedì-venerdì 9-18; sabato 23 e 30 settembre 9-13, ingresso gratuito, inaugurazi­one martedì 19 alle 17.30).

L’a r mi ge r o , l’a r a l d o , i l so l d datoat o d di i Cromwell, la castellana, la damigella. ella. Geometrie e prospettiv­e. I gialli, i rossi,si, i blu. Linee decise, decori a zigzag, sfondi di piatti. De Chirico (1888-1978) aveva già prestato estato il suo talento a uno spettacolo teatrale: rale: nel 1929 si era messo alla prova con le scene e i costumi del balletto Le bal di Sergej rgej Djagilev. Forte del successo di questata esperienza, a Firenze portò sul palcosceni­co enico la pittura che lo aveva reso famoso, , realizzand­o figurini (conservati nell’archivio archivio storico del Maggio Musicale Fiorentino) rentino) avvenirist­ici per l’epoca. E ispirati, , secondo la critica del tempo, all’araldica, a, al calcio storico, al palio di Siena. Fu un n lavoro serio, meticoloso. L’artista seguiva a le prove dello spettacolo, alcune pennellate­llate sui vestiti sono di sua mano; controllav­a ava il lavoro dei sarti della Casa d’Arte Cerratelli erratelli (fondata a Firenze nel 1914 per volere lere del baritono Arturo Cerratelli) impegnatig­nati a cucire e disegnare; chiedeva alle maestranze più luce per un’opera cupa.a. E il risultato sono questi manichini astrattrat­ti, ironici, simbolici, enigmatici. Forse troppo all’avanguardi­a: alla prima ma dei Puritani i personaggi dell’opera, ra, dalla fisicità ridotta e dalle vestist i sgargianti, attirarono critiche feroci. ci. L’armamentar­io metafisico e le suguggesti­oni iconografi­che risultaron­o o troppo provocator­i. «Successe un putiferio». tiferio». Eppure de Chirico non sembrò curarsene urarsene molto. Nelle sue memorie (1945) ) scrisse così: «Malgrado tutta questa organizzat­a anizzata ostilità, il mio lavoro piacque molto lto e suscitò molto interesse». Ma per ritrovare ovare in scena quei costumi si è dovuta attendere tendere quasi la fine del secolo.

Oltre sessant’anni per una — prima rima — riabilitaz­ione. Restaurate o rifatte, riprendend­o fedelmente i bozzetti originali ginali e con l’aiuto, ancora una volta, della lla Casa d’Arte Cerratelli (diventata fondazione ione nel 2005 con sede a San Giuliano Terme, Pisa), le creazioni di de Chirico tornarono in scena con I Puritani diretti da Bruno Bartoletti per il Maggio Musicale Fiorentino del 1989. Seconda uscita, accolta meglio dalla critica e dal pubblico. L’ultima fino a oggi: dopo le recite di quel Maggio i costumi tornarono, insieme ad altri 30 mila, nei magazzini della Fondazione Cerratelli. Dove sono rimasti per altri diciotto anni. Il curatore, Diego Fiorini, spiega: «Le ideazioni di de Chirico per I Puritani rappresent­ano una delle espression­i più alte della nostra collaboraz­ione con i grandi maestri del Novecento, che conta nomi come Renato Guttuso, Felice Casorati, Mimmo Paladino. Le creazioni che presentiam­o a Milano sono state appena restaurate. In pochissimi le hanno viste dal vero. Per questo possiamo dire che si tratta di una prima assoluta».

In mostra si potranno ammirare alcuni abiti originali del 1933, altri rifatti nel 1989. «Le parti in gommapiuma si logorano velocement­e, è stato necessario un lungo lavoro, soprattutt­o con le imbottitur­e». Nell’allestimen­to definitivo i manichini indosseran­no le maschere realizzate da de Chirico per alcuni elementi del coro. Una linea nera longitudin­ale, dalla fronte al mento, le attraversa. «È la sua firma». Continua il curatore della Fondazione: «Sono opere di estremo valore, dalla potentissi­ma forza comunicati­va. Dimostrano chiarament­e una cosa. E cioè che i costumi sono oggetti d’arte contempora­nea. A osservarli da vicino si percepisce il tocco del vero artista, la sua visione così diversa, così nuova». E controcorr­ente. «Sconvolge l’idea che costumi e scene di un’opera come I Puritani siano stati pensati con tale modernità. Risalgono al 1933, ma ci stupiscono ancora. Ci fanno fermare e riflettere, ci interrogan­o e provocano. Anche se siamo bombardati da migliaia di immagini, anche le più audaci, da allora non è cambiato nulla: lo straordina­rio progetto di de Chirico è ancora in piedi e quasi intatto». E contempora­neo. Tanto da attirar e l’o b b i e t t i vo de l foto gr a fo Aure li o Amendola che ha voluto ritrarre alcuni costumi.

Uno spettacolo rivoluzion­ario. Oggetto di studio da parte dell’Università Cattolica, che con la Fondazione Cerratelli diretta da Floridia Benedettin­i ha avviato una importante collaboraz­ione: laboratori sui mestieri d’arte, seminari e percorsi espositivi come quello dello scorso anno dedicato ai costumi premio Oscar per il film Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli. Nel 2017, altri progetti: la Summer School su «Arti, mestieri e terminolog­ie dell’allestimen­to scenico»; lezioni sui manufatti; ricerche storiche, filologich­e, stilistich­e. E, ora, sempre con la Fondazione Cerratelli, la mostra promossa dall’Osservator­io di terminolog­ie e politiche linguistic­he e dal Centro di ricerca sulla television­e e gli audiovisiv­i diretto da Aldo Grasso: un percorso fra arti e spettacolo, linguaggi e storia. Teoria e pratica: sono in programma per il 25 e 26 settembre due laboratori sartoriali riservati agli studenti. E un concerto, il 27 settembre, con le arie più famose de I Puritani. Maria Teresa Zanola, ordinario di Linguistic­a francese, direttore dell’Osservator­io di terminolog­ie e anima dell’«operazione Puritani» con Floridia Benedettin­i, commenta: «Siamo davanti a un lavoro di rilevanza unica: con i suoi costumi de Chirico annullava la fisicità dell’attore e lo collocava in una scena metafis ic a , i mmer s a ne l l a lu c e . Pe r no i è un’emozione poter ricreare questo effetto». Bellezza e anticonfor­mismo. Sogno e stupore. Le stoffe e i fregi dei Puritani trasmetton­o intatta l’arte di un maestro del Novecento.

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 ??  ?? Il pittore e scrittore Giorgio de Chirico (10 luglio 1888 – 20 novembre 1978). In questa pagina: alcuni abiti disegnati dall’artista per I Puritani
Il pittore e scrittore Giorgio de Chirico (10 luglio 1888 – 20 novembre 1978). In questa pagina: alcuni abiti disegnati dall’artista per I Puritani

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