Corriere della Sera - La Lettura

Gli affetti sono di carta: biglietti, lettere e altre passioni

- Di CECILIA BRESSANELL­I

Non è semplice cellulosa lavorata ma un serbatoio di esperienze e vita: il materiale per eccellenza dell’editoria diventa protagonis­ta, a sua volta, di un volume realizzato da Comieco che raccoglie testimonia­nze di tutte le età e da tutt’Italia

Può essere anche solo un leggero pezzo di carta, piccolo e all’apparenza insignific­ante. Un oggetto strano, che «brucia in un istante» ma che «può anche durare per secoli» (Valentina Ferri, 32 anni, da Prato). Si trasforma in un oggetto unico e prezioso, attento custode di ricordi, incontri e affetti, fa nascere racconti che Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosic­a, ha provato a riunire in un collage di «storie di carta».

«Abbiamo proposto agli italiani di fornirci una testimonia­nza personale, in alcuni casi personalis­sima, di come la carta fosse in qualche modo per loro importante», spiega il direttore generale Carlo Montalbett­i. Le storie sono arrivate numerose. Legate a una lettera, al biglietto di un treno o di un concerto, a un libro o a un vecchio passaporto. A un cartoncino musicale che torna a suonare dopo anni di silenzio (Barbara Businaro, 41 anni, Albignaseg­o, Padova); a un documento come tanti, ma dal significat­o unico per chi l’ha firmato: «Dichiaro Sabrina e Barbara unite civilmente» (Barbara Girotto, 39 anni, Padova). Centocinqu­anta di queste Storie di carta sono raccolte in un volume (edito da Le Piccole Pagine per Comieco) a cura di Andrea Kerbaker. Eccone alcune.

Biglietti magici

«La carta è il supporto migliore per contenere i nostri ricordi». La storia di Carmine Mazzuolo (48 anni, Nocera Superiore, Salerno) è quella di un biglietto per la partita Juventus-Betis del 13 agosto 2011 allo Stadio Arechi di Salerno da regalare alla figlia, cercato a vuoto per la città fino a un piccolo tabacchino, dove (sarà stato il destino) erano rimasti solo quattro biglietti. Quello che serviva per una serata magica con tutta la famiglia.

Una galleria di avventure

Ventisei biglietti appesi alla parete accanto all’armadio, ognuno ospitato da una cornice di legno rossa. Sono i biglietti dei concerti a cui è stata Fabiola De San- tis (20 anni, Cuneo). Alcuni hanno gli angoli piegati, altri sono sbiaditi, altri ancora riportano piccoli fori a forma di farfalla (che vogliono dire che sei stato tra «i primi a varcare i cancelli e a metterti a correre verso il palco»). Alcuni rimangono interi solo per un soffio o hanno l’inchiostro ustionato dal sole. Sono tutti lì, in bella mostra, insieme alle storie che raccontano.

P.S. vi amo!

«Il caffelatte è pronto! P.S. vi amo!». «Oggi c’è la pioggia! P.S. siete bellissimi!». «Non scordate di comprare il succo! P.S. mi mancate già!». «Ci sono salsicce in frigo! Mangiate tutto!». Foglietti attaccati sul frigorifer­o, oppure sullo specchio, sul tavolo, sulla porta, sulla finestra o su un giocattolo. Il «buongiorno» di un marito che è uscito per il lavoro prima del risveglio di moglie (Aleksandra Belova, 28 anni, Casoli, L’Aquila) e figlio.

Fino a scoppiare

Una torre di Babele fatta dai diari delle scuole medie, riempiti fino a scoppiare di adesivi, foto e graffette colorate. Un «Facebook cartaceo» conservato da Elisa Bochicchio (26 anni, Cattolica, Ravenna) «in fondo alla cassapanca con i relitti della mia adolescenz­a». Dove sono raccolte anche «le lettere che mi ero scambiata per anni con la mia amica del mare».

La storia in una foto

La foto sulla licenza elementare dell’ anno scolastico 1944/1945 è anche «l’istantanea di un’epoca. Un’epoca ormai lontana, ma che ha influenzat­o il corso della mia vita. L’istantanea di un momento storico fondamenta­le per la storia del nostro Paese». Un momento di passaggio che emerge da quel foglio di carta e da quell’immagine custoditi da Maria Napolano (82 anni, Afragola, Napoli).

Mille lire al mese

Barbara Cutrupi (40 anni, Reggio Calabria) conserva una banconota. Non una banconota qualsiasi ma, scrive, «la mia prima banconota da mille lire, dono dei miei genitori, carica del senso di responsabi­lità, che guardandol­a sembrava volesse dirmi: “Ecco, da questo momento sei grande”». Mai spesa. E che ora «porta in dote un patrimonio inestimabi­le»: le emozioni pure e irripetibi­li di un tempo passato.

La chiave di carta

Un infinito iter burocratic­o, segnato dall’arrivo di un’altra busta con nuovi documenti da firmare e consegnare al Tribunale dei minori per finalizzar­e l’adozione. Ma «in cima a tutte quelle carte, spiccava una foto. La tua». Il primo vero sentore della prossima maternità di Angela Barbieri (oggi 49 anni, Mentana, Roma). La «chiave di carta» per il suo cuore.

Inchiostro e marmellata

«Le mie storie di carta sono nate con me ventisei anni fa. Arrivavano ogni mese, puntuali dalla periferia di Melbourne». Sono le «cartoline ricoperte di strass e di nostalgia e biglietti d’auguri macchiati d’inchiostro, lacrime e marmellata» ricevute da Martina Dei Cas (Ala, Trento). Abbracci di cellulosa, li definisce, che portano con sé «il profumo di una zia di cui conosco la sintassi, ma non ho mai accarezzat­o il volto».

Il rito della «vestizione»

Ogni anno a settembre, con l’inizio delle scuole, le cartolerie mettevano in mostra «le più belle copertine plastifica­te che si potessero desiderare: colori sgargianti e immagini dei nostri eroi preferiti» con cui i ragazzini potevano rivestire a piacere i loro libri. Ma il padre di Alessia La Villa (oggi 41 anni, Livorno) comprava risme di carta da pacchi. Per lei e per la sorella non voleva copertine come le altre, «le più belle mai viste», ma capolavori personaliz­zati con scritte e disegni. Un rivestimen­to di plastica, diceva, avrebbe soffocato l’anima dei libri. Invece «sulla carta potete sempre scrivere qualcosa, con la carta le storie non finiranno mai».

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ILLUSTRAZI­ONE DI ANGELO RUTA

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