Corriere della Sera - La Lettura
Veterofuturista: Jeremy Corbyn leader bifronte
Proposte vecchio stile (nazionalizzazioni e aumenti salariali) veicolate con un ottimo uso delle nuove tecnologie Ecco il cocktail che mette il vento in poppa al capo laburista, uomo sobrio e gioviale. Ma la politica estera proprio non va
Richard Seymour, quarantenne blogger e scrittore nordirlandese, ha da poco pubblicato la nuova edizione del suo testo Corbyn (Verso), aggiornato alle elezioni britanniche dell’8 giugno scorso: l’autore chiarisce di essere marxista e di non appartenere al Labour Party, dunque di scrivere da un punto di vista più a sinistra dello stesso Corbyn.
Il libro è scritto bene ed è molto interessante, sia per quello che dice sia per quello che trascura o ignora. Traspare l’odio per To n y B l a i r c h e p e r ò s i esplicita in modo razionale, anche se nel 2013 Seymo u r a ve v a s c r i t t o u n pamphlet contro il da poco defunto Christopher Hitchens, scrittore assai vicino a Blair, chiamandolo «apologeta dell’imperialismo americano»: significativa in compenso, a maggior ragione vista la provenienza dell’autore dal l ’ Ul s te r , l ’a s s e nza di qualunque cenno al cosiddetto Good Friday Agreement del 1998, ossia il vero e proprio trattato di pace sull’Irlanda del Nord ottenuto a meno di un anno dalla prima vittoria elettorale di Blair e sicuramente il suo massimo successo, sia in politica interna che estera.
Più in generale, è il mondo intero ad essere assente in questo libro: non si parla quasi dell’Ue e degli Usa e per nulla di Cina, Russia, Nord Corea, Venezuela o Medio Oriente. Forse però è meglio così, dato che lo spin doctor di Corbyn, un editorialista del «Guardian» di nome Seumas Milne, si è distint o p e r l e i mba r a z z a n t i apologie dei processi staliniani e di altri orrori del XX secolo, senza che Corbyn stesso battesse ciglio. In questo campo è meglio sorvolare: infatti Seymour difende in modo articolato il Labour dalle accuse di antisemitismo, ma si guarda bene dal riferire sulla proclamata simpatia di Corbyn per Hamas. Bastona Blair per la guerra del Kosovo, ma non parla di Milosevic e compagni; accusa Blair di aver «consigliato all’autocrate del Kazakistan come difendere un massacro», ma tace sull’espansionismo russo e l’occupazione della Crimea.
Anche riferendosi alla Un manifesto del Partito Laburista britannico per la vittoriosa campagna elettorale del 1945. Il testo dice: «Non più code per i sussidi. I laburisti per la sicurezza sociale» grande vittoria laburista del 1945, Seymour ignora l’opera di ricostruzione dell’Internazionale socialista, il ponte aereo di Berlino, la guerra fredda combattuta da Attlee, Bevin e Truman da posizioni di centrosinistra, in combutta con un altro Blair, Eric Arthur alias George Or wel l . I l ve r o i d o l o d i Seymour e Corbyn è Tony Benn, l’aristocratico che ripudiò i suoi privilegi per diventare fautore dell’unil a te r a l i s mo paci f i s t a i n politica estera e del radicalismo in politica interna.
Sarebbe però sbagliato discutere solo delle manchevolezze di questo libro e non dei suoi pregi. Jeremy Corbyn ha costruito il suo successo in modo molto paziente e con lungimiranza. Ha felicemente mescolato il vecchio (comizi e incontri a non finire, tenuti instancabilmente in tutto il Paese, con i potenziali elettori vecchi e nuovi) e il nuovo (uso abilissimo dei social media, soprannominato Socialism with an iPad) e ha imposto il suo innegabile carisma, fatto di uno stile di vita frugale e di un’indubbia simpatia umana.
Corbyn è imbarazzato dalle cerimonie «borghesi» (sarà buffo vederlo alle nozze reali del prossimo maggio), ma chiacchiera e s c her z a co n i l pr i nci pe Harry, è gentile con Cameron, non alza mai la voce e difende strenuamente i poveri, i disoccupati, gli immigrati e tutti coloro che nell’ultimo ventennio non hanno tratto vantaggio dalla crescita economica e sono stati più duramente colpiti dalla crisi.
Così facendo è riuscito a ricompattare la sinistra e a portare l’elettorato del Labour ai massimi storici dal 1945. Le elezioni tenutesi in Gran Bretagna negli ultimi tre anni — referendum scozzese, politiche, referendum Brexit e ancora politiche sei mesi fa — hanno restituito un Paese completamente hung, app e s o , s e nz a u na c h i a r a maggioranza e in grave crisi d’identità. La consapevolezza di ciò traspare nel libro di Seymour, il quale dopo aver descritto in dettaglio le recenti vicende politiche, si interroga sulla possibilità di una vittoria elettorale di Corbyn, il cui programma di politica interna prevede nazionalizzazioni a raffica, aumenti salariali e piena occupazione.
L’esperienza del XX secolo ha dimostrato che il limite della socialdemocrazia finora è consistito nell’incapacità di armonizzare i propri principi di giustizia ed eguaglianza con le leggi a sé stanti dell’economia. Il modello di Corbyn schiva completamente questo dilemma e costruisce una sicurezza basata sui modelli del passato, comunicati con gli strumenti del presente. Comunque vada a finire, è utile e importante conoscerlo nel dettaglio.