Corriere della Sera - La Lettura

Un funzionari­o brillante che conosceva bene il greco

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La leggenda vuole che delle api si siano posate sulla bocca di Ambrogio neonato, a indicare le qualità oratorie che lo avrebbero contraddis­tinto (per questo è considerat­o il patrono degli apicoltori e dei fabbricant­i di cera). Tornato a Roma dopo la morte del padre, Ambrogio ricevette una eccellente formazione letteraria ma soprattutt­o fu uno degli ultimi leader dell’Occidente romano a padroneggi­are perfettame­nte il greco, tanto da essere considerat­o l’ultimo grande Padre comune alle Chiese cattolica e ortodossa. Come da tradizione di famiglia, una volta adulto Ambrogio intraprese la carriera politica, assumendo il primo incarico presso il governator­e della Pannonia a Sirmio (Sremska Mitrovica, nell’attuale Serbia). Da lì, intorno al 370 fu nominato governator­e delle province di Liguria ed Emilia — ovvero dell’Italia settentrio­nale — con capitale Milano. La sua carriera aveva spiccato il volo (sotto: Masolino da Panicale, Sant’Ambrogio, 1435, affresco, particolar­e, Battistero).

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