Corriere della Sera - La Lettura
Cambiò il volto di Milano Ne fece una città cristiana
Ambrogio non ha lasciato a Milano soltanto una ricca eredità storica e letteraria. Oltre che per l’aiuto ai poveri e per le altre forme di azione caritatevole svolte con assiduità, egli impegnò le ingenti risorse economiche della famiglia e della Chiesa per riorganizzare in senso cristiano lo spazio urbano, attraverso l’edificazione di nuove basiliche o la riqualificazione di quelle già esistenti. La più celebre di tutte è naturalmente quella che porta il suo nome, pensata come luogo di sepoltura del vescovo, che riposa tuttora nella cripta accanto ai corpi dei martiri Protaso e Gervaso, rinvenuti da Ambrogio all’indomani del «trionfo» del 386. Ma anche San Simpliciano, San Lorenzo e l’attuale San Nazaro sono il prodotto di questa sua attività urbanistica, che ha così impresso un segno religioso cristiano indelebile ai quattro punti principali di accesso alla Milano di allora e ancora oggi ne caratterizza il centro storico (sopra: Francisco de Zurbarán, Sant’Ambrogio, 1627 circa, olio su tela, particolare, Museo de Bellas Artes).