Corriere della Sera - La Lettura

Obbligò Teodosio a pentirsi per la strage di Tessalonic­a

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L’intervento politico più spettacola­re di Ambrogio fu contro il cristianis­simo imperatore — e suo amico personale — Teodosio I. Questi nel 390 si era reso colpevole, o piuttosto complice, della strage compiuta dai soldati goti dell’esercito romano a Tessalonic­a (oggi Salonicco, in Grecia), i cui abitanti avevano ucciso il loro comandante, pare perché aveva fatto imprigiona­re un idolo sportivo accusato di sodomia. Per le sue dimensioni, la strage sconcertò i cristiani e Ambrogio si sentì in dovere di intervenir­e, dapprima scrivendo all’imperatore e poi scomunican­dolo. Rimangono oscuri molti dettagli della vicenda, tra cui quello celebre di Ambrogio che impedisce a Teodosio l’ingresso in chiesa, ripreso in numerosi dipinti. Come che sia, Teodosio accettò di sottoporsi a un periodo di penitenza, per essere finalmente riaccolto nella cattedrale di Milano la notte di Natale di quello stesso anno (sopra: Antoon van Dyck, Sant’Ambrogio ferma l’imperatore Teodosio, 1620, olio su tela, National Gallery).

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