Corriere della Sera - La Lettura

Apparve in battaglia impugnando la frusta

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Ambrogio morì serenament­e il 4 aprile 397, Sabato Santo, ma il suo rapporto con la città non si interruppe. Nel 792 Alcuino, consiglier­e di Carlo Magno, osservò che «Milano, un tempo città imperiale, gode di sant’Ambrogio quale difensore». Un difensore non solo metaforico. Quando Lamberto di Spoleto, re d’Italia alla fine del IX secolo, saccheggiò Milano, Ambrogio gli apparve in sogno e gli annunciò una morte orribile, puntualmen­te verificata­si. Ancora, nella battaglia di Parabiago del 1339, il vescovo appare a cavallo, agitando la sua caratteris­tica frusta, e guida i milanesi alla vittoria contro le truppe tedesche di Lodrisio Visconti. Nei secoli, l’icona del defensor civitatis è stata posta sulle mura, sulle porte, sugli edifici, dove è facile vederla tuttora; lo statuto in vigore dal 1991 ricorda che il Gonfalone del Comune raffigura «sant’Ambrogio, vescovo eletto dal popolo» (sopra: Ambrogio Figino, Sant’Ambrogio che sconfigge Ario, 1590, Pinacoteca di Brera).

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