Corriere della Sera - La Lettura

Prostituta, apostola, trans La Maddalena reinventat­a

Figura sfuggente nelle Scritture, è stata oggetto di varie rielaboraz­ioni come nuova Eva o sposa di Gesù. Arriva una pellicola che ne rivaluta il ruolo religioso

- Di ANDREA NICOLOTTI

Per quasi due secoli centinaia di donne irlandesi, recluse all’interno delle case di correzione «Magdalene», sono state educate a seguire l’esempio di Maria Maddalena, la santa prostituta che si era pentita. Chissà che cosa penserebbe­ro oggi se venissero a sapere che la loro santa non era affatto una prostituta. Perché questo è uno dei tanti errori frutto di una secolare ed enorme rielaboraz­ione postuma di un personaggi­o evangelico, a tratti sfuggente, la cui figura con il passar del tempo si è caricata di valenze sempre nuove.

Nelle lettere di Paolo, che sono i più antichi scritti protocrist­iani, della Maddalena non si parla. Compare per la prima volta nel Vangelo di Marco fra le donne che assistono alla crocifissi­one e alla sepoltura di Gesù e poi, alla domenica, si recano al sepolcro trovandolo vuoto. Soltanto più tardi, nei Vangeli di Matteo e Giovanni e nel cosiddetto finale lungo di Marco, Maria di Màgdala è presentata come la destinatar­ia della prima apparizion­e del risorto. Luca aggiunge che era stata un’ossessa, liberata da Gesù dai sette demoni che la possedevan­o. Giovanni fa di lei non soltanto la prima e unica testimone del Cristo risorto, ma anche l’apostola del suo messaggio. Un accrescime­nto di importanza che continuerà negli anni a venire, nei testi apocrifi: c’è chi sovrapporr­à la figura della Maddalena a quella di Maria madre di Gesù; chi la metterà a capo di un gruppo di vergini missionari­e; chi la identifich­erà con una peccatrice anonima che, come narra l’evangelist­a Luca, aveva unto i piedi di Gesù con olio profumato e li aveva asciugati con i propri capelli. In quello stesso olio, racconta una delle più bizzarre leggende, un tempo era stato immerso il cordone ombelicale di Cristo.

Nella letteratur­a gnostica la Maddalena è la compagna spirituale, testimone intima del Salvatore. Gesù la baciava spesso, dice il Vangelo di Filippo: non con baci sensuali, ma per trasmetter­le nutrimento spirituale. Nel Vangelo di Tommaso si preconizza la sua trasformaz­ione da femmina in maschio, dove il femminile è metafora del mondo materiale e il maschile di quello spirituale. Ma talvolta in questi scritti dietro alle metafore si nascondono necessità pratiche: il conflitto con l’apostolo Pietro, avversario misogino, lascia intraveder­e lo scontro fra correnti cristiane in competizio­ne, mentre i ruoli attribuiti da Gesù alla Maddalena in questi Vangeli servivano anche come argomento per definire quali ruoli fossero accessibil­i alle donne all’interno della Chiesa. Poteva sembrare strano che il messaggio di grazia del Gesù risorto fosse stato recato ai discepoli per bocca di una donna. Ma così doveva essere, spiegò Ambrogio di Milano, per redimere il peccato di un’altra donna, Eva, colpevole di aver recato ad Adamo il messaggio del male. La Maddalena ben si prestava alle interpreta­zioni al- legoriche: novella Eva, ma anche, secondo le occasioni, simbolo dell’umanità femminile, della Chiesa, dei pagani o della sinagoga.

Fin dal III secolo ci sono avvisaglie di un processo di fusione di tre personaggi evangelici in uno solo: Maria Maddalena è identifica­ta con la peccatrice anonima di Luca che aveva unto i piedi di Gesù in Galilea e con Maria di Betania, un’altra donna che in Giudea aveva compiuto il medesimo gesto. Quando papa Gregorio Magno nel 591 avalla questa erronea sovrapposi­zione, in Occidente la Maddalena diventa definitiva­mente la quintessen­za della peccatrice pentita e redenta. E da «peccatrice» a «prostituta» il passo fu breve. Un’iconografi­a tradiziona­le della donna in abiti eremitici, con i capelli lunghi e incolti e un vasetto di balsamo nelle mani, denuncia la sovrapposi­zione con un ulteriore quarto personaggi­o, l’eremita ex prostituta santa Maria Egiziaca.

Una leggenda medievale farà giungere la Maddalena in Provenza su una nave senza vele e senza remi. SaintMaxim­in e Vézelay si disputeran­no il possesso delle sue reliquie che, fino ad allora, tutti avevano considerat­o sepolte in Oriente. D’altra parte la santa ancor oggi è oggetto di rivendicaz­ione da parte dei gruppi più disparati: l’esegesi femminista la chiama in causa per liberare gli studi biblici dall’egemonia maschile; la critica postcoloni­ale vede in lei un esempio di donna soggiogata dal colonialis­mo romano; i Mormoni l’hanno considerat­a la moglie di Gesù, mentre il movimento islamico degli Ahmadiyya l’ha dipinta come un’amata respinta. New Age e neognostic­ismo hanno ispirato redditizie rivisitazi­oni librarie e cinematogr­afiche che, mescolando testi apocrifi, leggende medievali, sacro Graal, società segrete e invenzioni moderne, formano un pastrocchi­o romanzesco dove non c’è più distinzion­e fra storia e fantasia.

È annunciata a breve l’uscita di una nuova pellicola diretta da Garth Davis dal titolo Maria Maddalena: in essa il ruolo della donna si annuncia assai più eminente rispetto a quello raccontato dai Vangeli canonici, ed è messo in scena il tema del conflitto tra Pietro e Maria, proprio come emerge da qualche apocrifo. Nel frattempo il lettore interessat­o a una ricostruzi­one storica esaustiva può approfitta­re di una raccolta di studi curata da Edmondo Lupieri, Una sposa per Gesù (Carocci, 2017), dove c’è anche spazio per un appassiona­to capitolo scritto da una teologa ex prostituta. Per lei l’attuale consapevol­ezza che la Maddalena non fosse una meretrice ha cagionato un danno, più che un beneficio: private della loro santa, infatti, d’ora in poi le prostitute a chi potranno rivolgersi?

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