Corriere della Sera - La Lettura
Tradizione, sogni, Un Paese in 6 destini
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Un Paese fatto di storie. Non una superpotenza senza volto ma una somma di volti. Alec Ash della Cina ha conosciuto sia le periferie, insegnando inglese in Tibet, sia il centro, studiando mandarino a Pechino, e il suo Lanterne in volo (traduzione di Margherita Emo e Piernicola D’Ortona, Add Editore, pp. 313, 18) è questo: il cercare il bandolo del Paese attraverso 6 ragazzi nati tra il 1985 e il 1990. Tradizione e digitale, orgoglio nazionale e miserie individuali. Alec, figlio del saggista Timothy Garton Ash, ha trovato sulla mappa della Cina 6 punti cardinali: Urumqi, nel musulmano e turcofono Xinjiang, città della «fashionista» Mia; la gelida Manciuria di Xiaoxiao, desiderosa di affermarsi ma in lacrime se la nonna le chiede: «Ti vedrò sposata, finché sono viva?»; l’Hebei, non lontano da Pechino, del cantante Lucifer; l’entroterra del nerd Dahai, figlio di un militare, e di Snail, campagnolo che al matrimonio mostra «una smorfia che sembrava avesse dimenticato di prendere le medicine»; l’isola tropicale di Hainan della nazionalista Fred. L’autore abbraccia il paradosso irriducibile tra lo sforzo di uscire dagli stereotipi, partendo dal basso, e l’impossibilità di captare, con 6 storie, un’«identità» cinese. Ma già solo calarsi nel paradosso è un atto di coraggio. (Ash sarà il 1° febbraio a Torino alla Scuola Holden con Martino Gozzi alle 18.30; l’indomani alle 11 al liceo Botta di Ivrea e alle 18 all’Istituto Confucio della Cattolica di Milano con Elisa Giunipero).