Corriere della Sera - La Lettura

Fiori di plastica, ibernazion­e bambole gonfiabili Eliminiamo

Strategie contro l’incertezza la vita!

- Di BRUNORI SAS

Avete visto che bella fine ha fatto Socrate? Cito da Wikipedia, che è la mia unica fonte di sapere: «Al filosofo venne comminata dall’Areopago la condanna a morte, da esplicarsi mediante la bevuta di un infuso velenoso: la cicuta». Cioè Socrate praticamen­te è morto per una tisana. Ma ci rendiamo conto? Ma che razza di morte è? Se Gesù Cristo fosse morto con la cicuta, non avrebbe avuto alcun successo. La gente entrando in Chiesa, invece di farsi il segno della croce avrebbe fatto finta di soffiare su una tazza bollente! Non poteva funzionare.

Ma anche Gesù è morto. Maometto lo stesso, che voleva scalare le montagne e poi si fermava al primo ristorante. Morto anche lui. Così come Kurt Cobain, De André, Marx, Calvino, Foster Wallace, Sartre, David Bowie, Picasso, Frida Kahlo. Tutte divinità a modo loro. Tutti morti. E noi per questo li adoriamo! I morti, cari miei, sono una garanzia. Tutto cambia, tutto è in costante mutamento, ma loro no. Dove li lasci, li ritrovi. I morti non ti deluderann­o mai. Perché? Perché sono morti! Ecco signori l’unica cosa che ci emancipa da ogni tipo di incertezza. La morte!

Non solo perché nella vita di certo c’è solo Lei, ma anche perché attaccarsi a qualcosa di morto è l’unico modo per sconfigger­e l’incertezza che la vita porta con sé. Solo una cosa morta non cambia mai. Ed è questo che ci piace! Che ce ne frega della fragranza dei fiori veri, del loro profumo, dei colori, della delicatezz­a, se poi dopo due giorni li trovi ammosciati, pallidi e maleodoran­ti in un vaso di acqua sporca? Basta cose vere! Viva gli oggetti! Viva le cose inanimate! Viva la morte!

Ecco la soluzione! Fiori di plastica, corpi di plastica, ibernazion­e, bambole gonfiabili, avatar, profili, account, relazioni virtuali, schermi, display, assicurazi­oni, vini, formaggi, telefoni, mobili, soprammobi­li, ninnoli, Mammoli, Cuccioli, dischi, pavimenti, muri, tanti muri, sempre più muri, cemento armato, porte blindate, chiavistel­li, telecamere e antifurti. La vita è una minaccia. La prudenza non è mai troppa. Tutti chiusi in casa. Basta con questo fatto di uscire per andare al supermerca­to, la spesa ce la porta Amazon con un clic. Il ristorante? Ordina con la app e un disgraziat­o in bicicletta con due polpacci che neanche Indurain ai tempi d’oro, ti porta il sushi sulla tavola. Perché andare allo stadio a rischiare che ti menano? Schermo da 72 pollici, 4k, full HD e passa la paura. E per avere un po’ di adrenalina? Ci sono le serie tv! Perché avere a che fare con i criminali veri per strada, quando quelli finti sono così fighi e affascinan­ti: Breaking Bad, Narcos, Suburra, Gomorra... CAPARRA!!! (Una serie nuova, ideata da me, sulla mafia delle agenzie immobiliar­i).

Insomma il mondo fuori fa paura, gli essere umani ci spaventano, le minacce arrivano da ogni dove. Diceva Sartre: l’inferno sono gli altri! E aveva ragione! La vita cambia troppo velocement­e, gli esseri umani in carne e ossa sono troppo imprevedib­ili, non riusciamo a controllar­li. Ma se noi li eliminiamo gradualmen­te, ecco che abbiamo risolto il problema. Per cui, figliuole e figliuoli, in verità, in verità vi dico, se volete eliminare l’incertezza dalle vostre esistenze fate come me: eliminate tutto ciò che è vita, dalla vostra stessa vita. «Ma come posso io, eliminarti vita, ohhh vita, ohhh vita...».

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