Corriere della Sera - La Lettura
Che errore! E adesso? Fallimenti per crescere
Piccoli adulti C’è una bambina che ha in mente un grande progetto. Ma il risultato non le piace. Per fortuna non si arrende, ricomincia, perché... sbagliando si impara
Sbagliando si impara, questo lo sanno pure i bambini. Il problema è che a nessuno — neppure ai bambini — piace ammettere i propri errori, riconoscere i propri limiti, prendere atto dei propri fallimenti. Il libro illustrato La cosa più grandiosa dell’autrice canadese Ashley Spires mette il dito lì e insegna come cavarsela quando si finisce in un vicolo cieco. La protagonista è una bambina che somiglia a tanti suoi coetanei e che si propone, un po’ per gioco un po’ sul serio, di costruire qualcosa; a pagina 15 (di 40) guarda la sua creazione, finita, e conclude delusa: «È tutta sbagliata!». E pensare che doveva essere una cosa grandiosa — anzi, «la cosa più grandiosa». Ci aveva messo impegno, dedizione, passione; si era anche avvalsa di un assistente, un cagnetto che la sostiene con entusiasmo. Ma il risultato non è quello che immaginava; dopo aver tentato di migliorare l’opera, la piccola inventrice si infuria, fa a pezzi tutto e si arrende.
Per fortuna non è una resa, solo una sconfitta momentanea; la bambina fa una passeggiata, torna sui suoi passi e capisce che da quel fallimento può ripartire; che non tutto era da buttare; che un sacco di parti create le piacciono e funzionano. Così si rimette al lavoro…
Il libro si avvale del marchio Stem (acronimo inglese di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) riservato a storie capaci di stimolare la curiosità verso il mondo della scienza. Il volume, in Canada bestseller da più di 200 mila copie, è completato da un opuscolo, una Guida estraibile per adulti che attraverso il confronto e l’apprendimento permette di trasformare i temi affrontati in azioni e attività. Una di queste attività parte dalla frase-chiave «è tutta sbagliata», che è il punto in cui la bambina capisce di avere fallito: l’adulto — insegnante, educatore, ma anche genitore — dopo avere creato un clima sereno e amichevole chiede al bambino di ripensare a un’esperienza di fallimento e a quale sia stata la reazione avuta. Allo stesso modo l’adulto chiede al piccolo di ripercorrere l’esperienza della parola «Trionfo».
I valori promossi sono la perseveranza, la costanza nel perseguire i propri obiettivi, e l’esercizio della resilienza, ovvero la capacità di assorbire il dolore di una sconfitta, nella convinzione che «ogni sogno ha la possibilità di essere raggiunto e realizzato, a prescindere dalle barriere che un bambino trova sulla propria strada».
E, a proposito di obiettivi da raggiungere, con il personaggio della piccola inventrice il libro entra anche nelle questioni di genere e degli stereotipi maschili e femminili, temi oggi molto presenti nell’editoria per l’infanzia, basti pensare che il titolo più venduto del 2017 in Italia sono state le Storie della buonanotte per bambine ribelli che raccontano gli esempi di cento donne vincenti. Il volume di Spires va oltre e diventa uno strumento per un approccio pratico a queste dinamiche: che cosa fanno le «bambine ribelli» quando non dormono? Costruiscono cose grandiose, o almeno ci provano.