Corriere della Sera - La Lettura
Cosa fa l’arte? Fa risorgere l’infinito nell’individuo
Pubblichiamo una selezione tratta dai quaderni (Q.) inediti di Andrea Emo. Siamo di fronte a frammenti che verranno raccolti nel volume di saggi di Emo, In principio era l’immagine (curato da Massimo Donà, Romano Gasparotti e Raffaella Toffolo) in uscita nel prossimo autunno da Bompiani.
Ars poetica: riuscire a dire effettivamente tutto quello che si deve dire, e anche qualcosa di più. Non si è mai detto niente, se non si è detto o suggerito qualcosa più del necessario (o di quello che si voleva dire).
(Q. 16, 1932)
Ammesso che l’arte sia la sola cosa al mondo che può fare a meno di una fede, e la fede la sola cosa al mondo che può fare a meno dell’arte, accade poi che da ogni fede sorga quasi involontariamente e spontaneamente un’arte, e ogni arte si trasformi quasi inconsciamente in una fede.
(Q. 20, 1934)
Non è lecito prendere sul serio la propria superiorità; ma prendere sul serio la propria inferiorità è sublime; è sacro. E ciò vale anche per la poesia, l’arte, etc.
(Q. 231, 1960)
Le nostre opere sono i nostri monumenti funebri. Ma, appunto, il monumento funebre è la nostra conoscenza della morte. Conoscenza sontuosa e magniloquente, o scarna, ascetica e semplice. L’urna delle ceneri, l’urna che contiene il nostro nulla, è appunto la coscienza della nostra morte, cioè è la nostra immortalità.
(Q. 287, 1965)
Le opere d’arte, i poemi, le forme, sono testimoni del tempo, di un attimo irripetibile del tempo. Sono gli orologi del tempo, e, forse come tutte le opere umane, le creatrici del tempo che perpetuano. Appunto perché affermano un istante che non fu mai prima e non si ripeterà mai più; appunto perché sono consustanziali a questo istante, le opere d’arte, le opere della coscienza, sono eterne. Ecce mysterium.
(Q. 346, 1972)
L’arte è il serpente dalle luminose scaglie, il serpente infido e tentatore che ci consiglia di mangiare la mela della conoscenza. E dopo esserci nutriti di quella mela, l’arte diviene impossibile. L’arte è sempre vergine. Essa è creatrice perché è vergine. La creazione è impossibile fuori dallo stato di verginità, fuori dall’Eden dell’innocenza, da cui la conoscenza ci espelle.
(Q. 351, 1972)
Se l’arte è libertà, i critici devono vedere in ogni singolo artista, in ogni movimento artistico, il modo con cui l’anima reagisce alla realtà. Soltanto in questa reazione, in questa opposizione, in questa assoluta differenza, vi è lo stampo dell’età in cui l’arte tentò di vivere.
(Q. 378, 1976)
L’arte è la resurrezione dell’infinito nelle forme dell’individuo.
(Q. 396, 1981)
L’arte è la sublime alleanza tra la memoria e il futuro. L’arte è la misteriosa e subdola trasfigurazione di ogni cosa.
(Q. 396, 1981)