Corriere della Sera - La Lettura
La febbre civile diventa anche estetica quando a dipingere è Renato Guttuso
Impegno politico e arte hanno sempre coinciso nella vita e nella pittura di Renato Guttuso (1911-1987), che da Bagheria, prima a Milano e poi a Roma, lega strettamente la sua ricerca artistica agli ideali e alle figure del mondo intellettuale dell’antifascismo e del comunismo militante. Le lotte per la libertà, la condanna del nazismo, le rivendicazioni dei lavoratori, la partecipazione alle tragedie della contemporaneità diventano così centrali nella sua produzione, dagli anni Trenta in poi, e soggetto di una pittura realista, marcata nel tratto e nelle scelte cromatiche. «Il suo essere pittore è una passione, una febbre, una crisi», scriveva nel 1971 Leonardo Sciascia a proposito di Guttuso. E a ricordarci quella passione e quella febbre civile,cinquant’anni dopo il Sessantotto la Gam di Torino presenta Renato Guttuso. L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ’68, fino al 24 giugno, (gamtorino.it): 60 opere (sotto: Il funerale di Togliatti, 1972) tra tele di soggetto politico e sociale, ritratti, nature morte. (anna villari)