Corriere della Sera - La Lettura
Nelle figure di Cesare Tacchi c’è il cuore romano del Pop
Un centinaio di lavori ordinati cronologicamente. E tra questi molti suoi oggetti-quadro, coloratissimi e rappresentativi della stagione figurativa della Pop Art all’italiana: dipinti imbottiti, estroflessi, realizzati utilizzando stoffe da tappezzeria. Così Cesare Tacchi (1940-2014) viene ricordato, a quasi quattro anni dalla scomparsa, nella mostra allestita fino al 6 maggio nel Palazzo delle Esposizioni ( Cesare Tacchi. Una retrospettiva, palazzoesposizioni.it). Una retrospettiva, a cura di Daniela Lancioni e Ilaria Bernardi, che ripercorre il cammino di un artista oggi in grado di rievocare alla perfezione il clima felice degli anni Sessanta e Settanta a Roma: piazza del Popolo, i suoi artisti, le gallerie, a partire dalla Tartaruga di Plinio De Martiis dove Tacchi esordì con una personale nel 1965 — ritraendo amici e compagni di strada come Paola Pitagora o Renato Mambor (sotto: Renato e poltrona, 1965, particolare) — e dove tornerà per azioni e performance qui riproposte grazie a documenti d’epoca. (edoardo sassi)