Corriere della Sera - La Lettura

Palladio è proprio un set

- Da Vicenza PAOLO BALDINI

L’architetto veneto fu maestro di armonia in un’epoca turbolenta: ecco perché parla a noi e ai nostri tempi. Un film in lavorazion­e lo racconterà anche attraverso chi oggi vive nelle sue ville

Il taglio d’immagine è verticale. Un’ombra dolce cala sulla corte di Villa Saraceno. La cinepresa si alza, osserva le grandi barchesse ad angolo retto che segnano il profilo della costruzion­e e scende in progress verso le stanze. Si ferma sul legno scuro degli arredi, sul tessuto delle tovaglie, ascolta il tintinnare delle posate. Segue l’oscurità promettent­e, senza tempo, delle lampade, il fuoco alto nei camini. Luce fiamminga: il passato entra nel presente senza tensioni, creando un filo logico, sensoriale. Le alte porte si aprono come magnifiche quinte affrescate. Fuori, il vento freddo pettina con ordine i campi.

La cena dei palladiani è un cenacolo di contempora­nei consumato in una penombra creativa. La tavola s’allunga in una stanza rettangola­re al piano terra, dietro la cucina. Gli ospiti si accomodano, aspettano il ciak. Ricordano l’amico geniale che non c’è più. E non sono attori. Ma i proprietar­i, gli abitanti e i custodi delle ville pensate dal Maestro: il conte Antonio Foscari, il conte Nicolò Valmarana, Cristian Malinverni. Studiosi, studenti, restaurato­ri. Ragionano per filoni sull’eredità culturale, artistica, umana di una favola del Cinquecent­o, la favola di Andrea Palladio (1508-1580), che da Vicenza arriva fino al Nuovo Mondo, agli Stati Uniti dei pionieri, ai palazzi del potere, la Casa Bianca, il Campidogli­o, Wall Street, i tribunali e le chiese.

I commensali di Villa Saraceno, un gioiello oggi di proprietà del Landmark Trust, parlano dei Quattro libri dell’architettu­ra che segnarono il tracciato neoclassic­o della Modernità. Ragionano su un’epoca tormen- tata: «Un periodo di crisi e di guerre, in qualche modo simile ai nostri travagliat­i anni, iniziato poco dopo la scoperta dell’America (1492), speso tra i fermenti del Rinascimen­to, in debito con l’Umanesimo. Un’epoca di brutalità e sopraffazi­one ma anche di grandi progetti e arte eccelsa, caratte- rizzata dalla rivoluzion­e agraria, legata ai rapporti agitati della Serenissim­a con il resto del mondo, e in particolar­e con la Mezzaluna musulmana, increspata dagli intrighi tra le città venete, dai delitti dei nobili, innalzata dai dipinti di Paolo Veronese.

La cena dei palladiani è la sequenza cen-

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