Corriere della Sera - La Lettura
Palladio è proprio un set
L’architetto veneto fu maestro di armonia in un’epoca turbolenta: ecco perché parla a noi e ai nostri tempi. Un film in lavorazione lo racconterà anche attraverso chi oggi vive nelle sue ville
Il taglio d’immagine è verticale. Un’ombra dolce cala sulla corte di Villa Saraceno. La cinepresa si alza, osserva le grandi barchesse ad angolo retto che segnano il profilo della costruzione e scende in progress verso le stanze. Si ferma sul legno scuro degli arredi, sul tessuto delle tovaglie, ascolta il tintinnare delle posate. Segue l’oscurità promettente, senza tempo, delle lampade, il fuoco alto nei camini. Luce fiamminga: il passato entra nel presente senza tensioni, creando un filo logico, sensoriale. Le alte porte si aprono come magnifiche quinte affrescate. Fuori, il vento freddo pettina con ordine i campi.
La cena dei palladiani è un cenacolo di contemporanei consumato in una penombra creativa. La tavola s’allunga in una stanza rettangolare al piano terra, dietro la cucina. Gli ospiti si accomodano, aspettano il ciak. Ricordano l’amico geniale che non c’è più. E non sono attori. Ma i proprietari, gli abitanti e i custodi delle ville pensate dal Maestro: il conte Antonio Foscari, il conte Nicolò Valmarana, Cristian Malinverni. Studiosi, studenti, restauratori. Ragionano per filoni sull’eredità culturale, artistica, umana di una favola del Cinquecento, la favola di Andrea Palladio (1508-1580), che da Vicenza arriva fino al Nuovo Mondo, agli Stati Uniti dei pionieri, ai palazzi del potere, la Casa Bianca, il Campidoglio, Wall Street, i tribunali e le chiese.
I commensali di Villa Saraceno, un gioiello oggi di proprietà del Landmark Trust, parlano dei Quattro libri dell’architettura che segnarono il tracciato neoclassico della Modernità. Ragionano su un’epoca tormen- tata: «Un periodo di crisi e di guerre, in qualche modo simile ai nostri travagliati anni, iniziato poco dopo la scoperta dell’America (1492), speso tra i fermenti del Rinascimento, in debito con l’Umanesimo. Un’epoca di brutalità e sopraffazione ma anche di grandi progetti e arte eccelsa, caratte- rizzata dalla rivoluzione agraria, legata ai rapporti agitati della Serenissima con il resto del mondo, e in particolare con la Mezzaluna musulmana, increspata dagli intrighi tra le città venete, dai delitti dei nobili, innalzata dai dipinti di Paolo Veronese.
La cena dei palladiani è la sequenza cen-