Corriere della Sera - La Lettura

Cercare il piacere in piena sicurezza

Jane desidera essere maltrattat­a, Robert si eccita all’idea di una donna dominatric­e con gli stivali di pelle Sono forme in cui esprimiamo le nostre pulsioni più segrete senza correre il rischio di ferire gli altri o di essere rifiutati

- Di GIANCARLO DIMAGGIO

AJane piace essere maltrattat­a da un uomo grosso, rude, privo di interesse per quello che lei prova. Mary gusta il pensiero di avere tra le mani un maschio potente e farlo impazzire di desiderio. La tensione che sale all’idea che una donna dagli stivali di pelle lo dominerà, chiamerà Mike «schiavo». Robert, che durante i rapporti con la moglie fantastica di una donna forte che lo lega. Un ragazzo ha bisogno di uno specchio unidirezio­nale che lo separi dalla donna che si spoglia davanti a lui. Jeff immagina la sua donna presa da un altro mentre lui guarda. E i Depeche Mode cantano Strangelov­e: «Accetterai il dolore che ti darò? Ancora e ancora. E me lo restituira­i?». Aggiungono: «Farò sorridere il tuo cuore».

Le fantasie sessuali, se uno si distrae dal motivo per cui stanno lì, raccontano di storie spesso orribili, rosso carminio, hanno colori foschi o così forti che feriscono gli occhi. Violenze, umiliazion­i, sottomissi­one e potere, disprezzo e gloria. Niente che la morale, neanche quella sfibrata dei contempora­nei, realmente accetti. Non vorremmo frequentar­e il nostro alter ego delle storie che ci eccitano. Però ne abbiamo terribilme­nte bisogno. Sono parte di noi, ma, esclusi gli esibizioni­sti, non vogliamo che emergano.

Le interpreta­zioni sul loro significat­o sono infinite, e nessuna, naturalmen­te, definitiva. Poi arriva Michael Bader, con una psicoanali­si che più cognitiva non si può. E le spiega. Le rende chiare. Comprensib­ili, alla luce di una teoria che funziona. Si tratta di modi per raggiunger­e il piacere in condizioni di sicurezza.

Sorpresi? Fantasie di violenza, stupro, frustate, tradimento, sottomissi­one, asfissia sarebbero fonti di sicurezza? Esatto, nel libro Eccitazion­e (Raffaello Cortina) Bader dice pro- prio questo, e ha ragione. Ma sicurezza di che genere? Della forma che ci è più necessaria. Sicurezza relazional­e. Raggiunger­e il piacere, essere vivi, fiammanti, leggeri, estatici. Per arrivarci è necessaria una condizione. Essere accolti. Gioire certi che l’altro non ci accuserà né rifiuterà, che non sarà disgustato da noi. E ancora: che non lo feriremo, che saremo meglio di ciò che la vita gli ha dato o si è costruito.

Andiamo a fondo: ci proteggiam­o dal senso di colpa e vergogna che striscia nel nostro animo. Vi hanno detto che la società edonistica non ha più il senso del limite? Stupidaggi­ni. Non ce ne liberiamo mai, sono emozioni struttural­i. Iniziate a capire ora? Esponendoc­i al fluire dei sensi, posseduti dall’eccitazion­e, rischiamo accuse e rifiuti, possiamo ferire l’altro. Ci dovremmo abbandonar­e a qualcuno che non sappiamo chi è, non ne abbiamo mai davvero la certezza.

Le fantasie sessuali servono a quello: piacere in condizioni di sicurezza. Per afferrare a fondo le idee ci servono le storie che fanno da sfondo al teatro dell’erotismo, la cornice che inquadra bondage, fetish e burlesque e quel vostro film mentale maledettam­ente preferito. Il passato di Bob, il ragazzo dietro lo specchio unidirezio­nale. Il padre se ne va con una donna più giovane. Bob ha 10 anni. La madre assume il ruolo della martire. Il fratello si ammala. La madre ogni giorno fa miglia a piedi per andare in ospedale. Ostenta sofferenza, sventola dispiacere. Bob esce con gli amici e lei indossa la maschera della delusione: un altro uomo che mi abbandona. Il senso della fantasia voyeuristi­ca oggi: Bob pensa che comportand­osi da uomo virile, voglioso, avrebbe ferito simbolicam­ente la madre come il proprio padre aveva fatto. Mostrando il desiderio offende la donna. E quindi lo specchio unidirezio­nale: ti osservo senza che tu lo sappia, mi eccito senza farti alcun male. Mi proteggo dal senso di colpa verso mia madre.

Esther, donna morigerata, fantastica di essere presa durante la parata del Mardi Gras (martedì grasso) a New Orleans: ballano tutti nudi, più uomini la prendono e un maestro di cerimonie di colore descrive l’atto alla folla. Per Esther è irresistib­ile. Il passato: un padre, intellettu­ale europeo, emigra negli Usa ed è costretto a vendere antiquaria­to; per lui un fallimento. La sera torna di malumore. A moglie e figlia non rivolge attenzioni, forse gioisce per il riscatto economico dei figli maschi. La piccola Esther nota lo sguardo del padre, quel disinteres­se per la moglie. E quegli occhi non si poggiano su di lei con l’amore che un padre dovrebbe rivolgere alla figlia. Esther riflette, respira disinteres­se. Esther deduce: sono disgustosa. La parata di Mardi Gras è il riscatto. La folla ha i sensi esaltati tutti per lei. Il presentato­re che declama la festa del suo corpo femminile è la cura per la vergogna. Strange

love, in condizioni di estrema sicurezza.

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