Corriere della Sera - La Lettura
McInerney scrive aforismi per i dolcetti della fortuna
Svolte Lo scrittore di uno dei capolavori del Novecento, «Le mille luci di New York», si reinventa un’altra volta: erede (legittimo) di Carver, critico di vini e ora autore di massime per i dolcetti del locale newyorchese della catena di ristoranti di lusso cinesi Hakkasan. Per una cifra segreta, ha sfornato 88 aforismi che svelano, con ironia e cinismo, le debolezze umane (alcuni sono tradotti nell’infografica a destra). Sono stati regalati a fine pasto ai clienti nel mese di febbraio La tradizione I biscotti della fortuna sono dolcetti serviti a fine pasto nei ristoranti cinesi occidentali: contengono messaggini o aforismi Il contratto Jay McInerney al vicepresidente di Hakkasan: «Collaborazione deliziosa. È la forma di scrittura più breve su cui ho lavorato»
La reinvenzione di sé stessi è un diritto di nascita di ogni americano. Soprattutto se sei Jay McInerney, lo scrittore che ha narrato la New York degli ultimi trent’anni, le «mille luci» di una città che non assomiglia mai alla sua versione precedente.
A 63 anni, l’allievo di Raymond Carver, l’autore di Bright Lights, Big City — debutto da 700 mila copie che nel 1984 lo consacrò al grande pubblico (pubblicato in Italia, come tutti i suoi libri, da Bompiani) — ha deciso infatti di reinventarsi. Ancora una volta.
Uno dei suoi ultimi impegni lavorativi è stato firmare una serie di ottantotto biscotti della fortuna per la catena di ristoranti cinesi di lusso Hakkasan, che ha sede in dieci città del mondo. Ottantotto massime e aforismi — otto è un numero beneaugurante nella cultura cinese, sinonimo di fortuna e ricchezza — che scavano, con ironia e (molto) cinismo, in tutti gli ambiti della quotidianità. Sesso, soldi, proprietà immobiliari, aspetto fisico e divertimenti. Ma anche cibo e vestiti — sempre di classe, come in racconto del suo eroe letterario Fitzgerald. «Se non ci riesci subito, prova con il Botox»; «Il tuo nuovo amore possiede un grosso fondo fiduciario»; «Erediterai un Rolex d’oro da un parente che non hai mai conosciuto»; «Ti prenderai una cotta per la tua istrut- trice di yoga»: McInerney punta dritto ai nostri punti deboli e mette a nudo piccole perversioni e ambizioni di cui non osiamo parlare troppo.
Queste pillole non sono quelle nascoste nei tradizionali biscotti che vengono serviti a fine pasto nei ristoranti cinesi occidentali. Di auspici di buona fortuna, a parte qualche caso, nelle pillole di McInerney non c’è traccia: più che altro sono previsioni di futuri guai.
La ricetta tipica dei fortune cookies prevede l’utilizzo di farina, zucchero, vaniglia e olio di semi di sesamo. La loro origine viene erroneamente associata alla tradizione cinese. In realtà sarebbero un’invenzione tutta americana, forse californiana: sarebbero stati ideati a partire da biscotti prodotti a cavallo tra Ottocento e Novecento da immigrati giapponesi.
I biscotti di McInerney sono stati serviti per tutto il mese di febbraio nel ristorante Hakkasan di New York per celebrare il capodanno cinese, le cui festività si sono svolte dal 16 al 21 febbraio. Nell’astrologia cinese, ogni anno è legato a un animale dello zodiaco: quello in cui ci troviamo ora è l’anno del Cane. «Jay McInerney sa perfettamente che cosa significa essere un newyorkese», spiega a «la Lettura» Gert Kopera, vicepresidente esecutivo dell’area global restaurants di Hakkasan. «Volevamo che i nostri biscotti della fortuna fossero scritti da un auto- re che fa parte del tessuto di questa città, qualcuno in grado di cogliere l’umorismo dei suoi abitanti, il loro atteggiamento verso la vita. Jay era semplicemente perfetto».
Scrittore di successo, critico di vini (per il «Wall Street Journal» e per il mensile «Town & Country») e oggi autore di biscotti della fortuna. Guardando le vite di McInerney vengono in mente le parabole raccontate nei suoi romanzi, con le dovute distinzioni che vanno utilizzate quando si mettono a confronto vita e letteratura. In particolare viene in mente la trilogia che ha per protagonisti Russell e Corrine Calloway — Si spengono le luci (1992), Good Life (2006) e La luce dei giorni (2016) — un trittico che segue le ambizioni, i sogni e la delusione delle aspettative dei due protagonisti.
McInerney è uno che nella vita ha dovuto ricominciare molte volte. Per esempio quando da giovanissimo perse nella stessa settimana lavoro e amore: fu licenziato dal «New Yorker», dove lavorava nel reparto verifica dei fatti, dopo dieci mesi, mentre la moglie, una modella, partì per la settimana della moda di Milano e non fece più ritorno (due tra le tante citazioni autobiografiche finite dentro Le mille luci di New York). Un paio di mesi più tardi sarebbe morta la madre malata di cancro.
«Abbiamo dato a Jay totale libertà per questo progetto», continua Kopera. «Era molto intrigato dalla nostra proposta, una cosa del genere non gli era mai stata chiesta prima. L’ha definita “una deliziosa collaborazione”, “la forma di scrittura più breve su cui mi sia mai misurato”». Hakkasan ha ribattezzato questi biscotti macartune: un incrocio tra i macaron francesi, che hanno forma rotonda, e, appunto, i biscotti della fortuna. La catena non ha voluto rivelare il compenso corrisposto allo scrittore per questa operazione commerciale.
Negli ultimi mesi, McInerney ha lavorato all’adattamento per la televisione della sua trilogia e a un memoir. La sua quarta moglie è l’ereditiera Anne Hearst, nipote di W il liam Rand olphHearst (1863-1951), proprietario di un impero mediatico, l’uomo che ispirò Citizen Kane di Orson Welles.
«Eat, drink, and remarry» (Mangia, bevi, e risposati): una delle frasi contenuta nei macartune di Hakkasan riprende il celebre motto «Eat, drink and be merry» (Mangia, bevi e sii felice). Ovvero, goditela fino alla fine, trova il modo di non annoiarti mai. E cambia tutto ciò che puoi cambiare. Forse l’aforisma che più si addice al suo autore, anche se suggerisce il contrario di una delle massime contenute nel suo libro più amato, Il grande Gatsby, e cioè che «dopo tutto la vita si osserva con maggior vantaggio da una finestra sola».
I biscotti della fortuna di McInerney sono una sintesi estrema, spiritosa e irriverente dei temi su cui si è misurato durante la carriera di scrittore. Forse in essi c’è già l’annuncio della sua prossima vita.