Corriere della Sera - La Lettura
IL FESTIVAL DELL’INCOMPETENZA
Tom Nichols è un politologo che insegna a Harvard, ma è anche uno dei repubblicani americani contrari al presidente Donald Trump. Inevitabile che nel suo libro La conoscenza e i suoi nemici. L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia ( traduzione di Chiara Veltri, Luiss University Press, pp. 246, € 20) si preoccupi per le ricadute sociali e politiche dovute al diffondersi dell’ignoranza.
Grazie all’acculturazione e a internet, cresce la presunzione di conoscenza e si accentua lo scetticismo nei confronti degli specialisti e degli esperti. A che servono? Basta cercare su Google! Un atteggiamento che esalta la centralità dell’individuo, il diritto alla propria opinione, anche se a torto. In questa presunzione di conoscenza si diffonde il virus dell’incompetenza: virus letale che trova terreno fertile nella società liquida e prepara la «nuova ignoranza». La disinformazione è pericolosa, ma la presunzione di saperne più degli uomini di scienza, contrastando le loro indi- cazioni senza alcuna base razionale, è tragica. Insomma, dall’innocua pretesa di suggerire la formazione della nazionale di calcio si passa ai movimenti «no vax», che rischiano di far resuscitare lo spettro di malattie che sembravano debellate per sempre.
Di questa deriva è un esempio la tendenza customer-oriented delle università americane, tese in primo luogo a soddisfare le richieste degli studenti e delle loro famiglie che pagano la retta. Assecondandole materialmente e intellettualmente, in una sorta di populismo accademico, si rafforzano le peggiori tendenze invece di contrastarle: il risultato sarà la svalutazione dei titoli di studio, ottenuti nella falsa convinzione di aver appreso il sapere autentico. Ma c’è di peggio. Per Nichols questa svalutazione delle competenze mette a rischio anche la democrazia: elettori incompetenti non potranno eleggere altro che governanti incompetenti.