Corriere della Sera - La Lettura
Così intelligente che può darsi ai «bigliettini»
Gli inglesi, che sono più spiritosi e hanno un senso dell’eccentricità più sviluppato degli americani, sono abituati ai mestieri alternativi — o ai secondi lavori — dei loro grandi scrittori fin dall’età vittoriana: Trollope postino, Disraeli politico, Doyle medico, Larkin bibliotecario. E in America? Don DeLillo lavorava come pubblicitario, ed è divertente immaginare il maestro di Rumore Bianco, Libra e Zero K nella promozione di un prodotto. Ancora più divertente è curiosare tra gli ottantotto bigliettini scritti da Jay McInerney per il ristorante Hakkasan, sulla 43ª strada. Quasi degli haiku, «un esercizio di sintesi» l’ha definito lui scherzando ma non troppo. A sua cognata Patricia Hearst, spiegava il «New York Post», è toccato il fortune cookie che prevedeva per lei di essere insultata su Twitter da Trump. A sua moglie: «Il tuo UberPool arriverà carico di modelle: andrai dove vanno loro». Donna Tartt ha pescato «Se non ci riesci subito, prova con il Botox». McInerney a 63 anni può permettersi le recensioni di vini, i racconti di viaggio e ora i biglietti dei biscottini per un ristorante di lusso. È tanto intelligente da sapere che la fatidica prima riga del suo necrologio, un giorno, lo definirà come l’autore delle Mille luci di New York. E se il tuo primo libro è anche quello destinato a restare il più importante e famoso, puoi passare il resto della vita a crucciartene o a vivere con serenità il tuo ruolo, cercando di trovare cose che accendano via via il tuo interesse. McInerney ha raccontato il vino senza snobismi e non ha paura di scherzare con il fuoco letterario dei ristoranti cinesi.