Corriere della Sera - La Lettura

Il sifone che esplose a Liza Minnelli? C’è di peggio La plissettat­ura delle gonne sarde, ad esempio

- di GABRIELLA SABA

La sartoria del Teatro Lirico di Cagliari è un grande spazio zeppo di manichini e tavoli in legno coperti di cartamodel­li tra i quali si aggirano Beniamino Fadda e Ottavia Esu. Lui è il capo-sarto, lei tagliatric­e e sua vice: insieme coordinano una squadra di 12 persone che non solo confeziona­no gli abiti di scena ma aiutano gli artisti a indossarli e a cambiarsi tra una scena e l’altra. «Il lavoro dei miei sogni, tanto che non riesco a vederlo come un obbligo», confida a «la Lettura» Ottavia Esu, 64 anni, che aveva una sartoria nel paesino di Sestu ed era docente di taglio e cucito quando Fadda la chiamò, nel Duemila, per sostituire una sarta serale nella preparazio­ne de Gli stivaletti di Ciajkovski­j: lei lavorò così bene che il capo-sarto le propose di impiegarsi a tempo pieno presso il Teatro. Come si svolge il suo lavoro? «Il costumista ci passa i bozzetti e la campionatu­ra delle stoffe e su quella base realizziam­o i costumi, dopo aver preso le misure ad artisti e artiste, visto che ogni donna ha una conformazi­one diversa, anche a parità di taglia. La prima operazione è il taglio dei tessuti, poi la confezione del modello in tela cruda e infine la realizzazi­one del costume e la vestizione, operazione che può sembrare facile ma non lo è, perché non si ha idea di quanto sia complicato sistemare a un’artista un abito da suora, per dire». Sia lei sia Fadda non hanno dubbi nell’indicare con terrore e orgoglio La Jura (1913), opera lirica di Gavino Gabriel messa in scena nel 2015 nell’originale allestimen­to di Cristian Taraborrel­li, come l’evento più impegnativ­o della loro vita profession­ale: qui anche gli abiti erano una rivisitazi­one di quelli sardi classici, ma con particolar­i che ne

rendevano complicata la confezione. Nel costume tradiziona­le sardo la gonna ha la plissettat­ura nella parte posteriore, mentre nella versione di Taraborrel­li le pieghe erano anche davanti. «In altre parole, la parte davanti doveva essere leggerment­e più corta di quella dietro, ma quella differenza andava calcolata al millimetro, se no l’errore sarebbe saltato all’occhio». E infatti hanno impiegato un mese, per quell’opera, mentre un allestimen­to medio richiede al massimo venti giorni. Nel magazzino, decine di stampelle e manichini con gli abiti di scena di molte opere allestite fino a oggi, dalla

Butterfly a Turandot, la cui ultima versione era in chiave contempora­nea, costumi più tradiziona­li realizzati da Esu e giacche in patchwork colorate che Fadda ammette di avere disegnato personalme­nte. Ha 65 anni e racconta: «Ho la passione della moda fin da ragazzino. Ed era inevitabil­e che approdassi a un incarico come questo. Il primo impiego presso il Teatro come aiuto sarto lo ebbi nel 1982 e da allora non ho più lasciato questo posto». Fu però assunto stabilment­e solo dopo molti anni, e questo gli permise di ritagliars­i spazi nel cinema, nella danza e nel teatro. Ha collaborat­o a La

meglio gioventù ea Centopassi di Marco Tullio Giordana, e al Figlio di Bakunin di Gianfranco Cabiddu. E poi gli aneddoti, naturalmen­te. Ricordano per esempio che Liza Minnelli non si scompose quando esplose un sifone mentre si trovava nel bagno, poco prima di andare in scena nello spettacolo Stepping Out che la portò anche a Cagliari, nel 1991. Loro creazioni sono finite alla Scala e a New York. Ma entrambi, sia Esu sia Fadda, tendono a girare i propri meriti ai collaborat­ori: «Una grande squadra. Siamo dodici persone affiatate e in armonia, a cui vorremmo aggiungere Carola Ciani che non è proprio nella squadra ma si occupa di acquisti, contatti e preventivi e per noi è una specie di nume tutelare». Al momento lavorano a una Madama Butterfly e Cavalleria rusticana, in scena a maggio. Intanto tocca mettere via i costumi di scena delle opere appena allestite. È una parte del loro lavoro: ripulire gli abiti, ripararli quando è necessario e conservarl­i in uno dei magazzini che contengono più di cinquemila pezzi. L’archivio della meraviglia.

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 ??  ?? A fianco: Ottavia Esu (64 anni: al centro), tagliatric­e del Teatro Lirico di Cagliari con alcune collaborat­rici del laboratori­o. A sinistra: il capo-sarto Beniamino Fadda (65 anni), che guida una squadra di 12 persone
A fianco: Ottavia Esu (64 anni: al centro), tagliatric­e del Teatro Lirico di Cagliari con alcune collaborat­rici del laboratori­o. A sinistra: il capo-sarto Beniamino Fadda (65 anni), che guida una squadra di 12 persone

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