Corriere della Sera - La Lettura
Un «popolo» di microbi Sono milioni di miliardi
Ibatteri hanno popolato la Terra prima di noi; anzi, hanno permesso che l’evoluzione arrivasse all’uomo, poi aiutandola. Ora ci conviviamo. Nell’intestino la loro massa può raggiungere un chilo formando il microbiota, e rappresenta la concentrazione maggiore di una popolazione che conta milioni di miliardi di microbi di almeno mille specie, disseminati ovunque tranne che nel cervello (con cui comunque interagisce) e nel sistema circolatorio. Insieme offrono una biodiversità più ricca di una foresta pluviale e costituiscono un patrimonio genetico (il microbioma) capace di influire nel bene e nel male sul funzionamento del nostro corpo. «Fino a non molto tempo fa era un mondo oscuro, umido e privato in cui abitavano creature che non avevano mai visto la luce del giorno», racconta Michael Mosley nel suo libro La dieta del microbioma
(traduzione di Laura De Tomasi, Vallardi, pp. 245,
€ 16,90). Il microbiota non solo protegge l’intestino dagli invasori come si riteneva in passato, ma «istruisce e regola l’intero sistema immunitario», sottolinea Mosley. La potente comunità di batteri affronta pure il cibo non digerito trasformandolo in ormoni e sostanze chimiche in grado di influenzare l’umore, l’appetito e lo stato di salute in generale. È evidente quanto sia rilevante conservare l’equilibrio delle popolazione intestinale per evitare malattie e vivere meglio. La via per arrivarci è quella degli alimenti adeguati capaci di rafforzare i batteri buoni contrastando i cattivi. In particolare i «fermentati» come yogurt, kimchi, crauti e kefir oltre a numerose verdure (dai porri alla cipolla) e poi frutta a guscio, semi oleosi, legumi, cioccolato fondente, vino rosso, olio d’oliva. Mosley è un medico e un eccellente divulgatore e nel libro racconta le esperienze di scienziati e pazienti portandoci ad esplorare e affrontare il microbico mondo dal quale, inevitabilmente, dipendiamo.