Corriere della Sera - La Lettura

Bolle che implodono nelle dita Ecco perché scrocchian­o le nocche

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C’è chi preme, chi incurva, chi tira le falangi, l’importante in certi momenti è riuscire a scrocchiar­e le dita. Non è ancora chiaro il motivo per cui alcuni provino sollievo e altri fastidio o se la forzatura sulle articolazi­oni possa provocare danni a lungo termine. Da oltre sessant’anni i ricercator­i hanno cercato prove sperimenta­li per capire che cosa può produrre il rumore provenient­e dalle articolazi­oni. In un nuovo studio pubblicato su «Scientific Reports», i ricercator­i V. Chandran Suja della Stanford University e A. I. Barakat dell’École Polytechni­que sono riusciti a descrivere geometrica­mente quello che avviene durante lo scrocchio delle dita e a dare risposta sull’origine del suono prodotto. Quando si incastrano due bicchieri bagnati sul lavello, si cerca di staccarli esercitand­o una pressione tale da creare microscopi­che bolle tra le superfici. Lo stesso fenomeno, detto cavitazion­e, avviene nel liquido sinoviale delle articolazi­oni quando si preme sulle dita. «Durante il processo ci sono variazioni di pressione che fanno sì che le dimensioni delle bolle cambino molto velocement­e, e questo porta al suono, che noi associamo allo scrocchio delle nocche», spiega Suja. Finora le immagini ottenute dalle risonanze magnetiche non avevano permesso di capire se il rumore viene prodotto dalla formazione delle bolle o dalla loro successiva implosione, in quanto il tempo di emissione delle onde sonore è troppo breve. Il modello matematico creato da Suja e Barakat ha descritto come si modifica la forma delle bolle e le equazioni hanno dimostrato che il rumore è generato dall’implosione, totale o parziale, delle bolle e non dalla loro formazione.

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L’atto di far scrocchiar­e le nocche

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