Corriere della Sera - La Lettura
La musica dei videogiochi per joystick e orchestra
di Parigi inaugura un corso di musica per videogiochi. «Le nuove tecnologie sono la nostra vocazione», dice il direttore. «È una sintesi fra molte forme d’arte», spiega il docente
Il Conservatorio Mozart è l’unico dei 17 istituti comunali parigini a portare il nome di un musicista non francese (gli altri si chiamano Satie, Berlioz, Ravel, Debussy, eccetera). Poco lontano, in rue François Miron, nel 1763 — quando aveva 7 anni — Mozart visse con i genitori nell’Hôtel de Beauvais. E proprio davanti alle finestre del conservatorio si vede la chiesa di Saint-Eustache, dove il 3 luglio 1778 Wolfgang Amadeus assistette alle esequie della madre Anna Maria. Salendo le scale, si respira quell’aria un po’ da Saranno famosi che hanno i conservatori di quartiere parigini, tra ragazzini con lo skateboard in mano e il violino nella custodia a tracolla e le bambine che, al primo piano, fanno esercizi di danza alla sbarra rivolte verso Les Halles, il cuore di Parigi.
A ricevere «la Lettura» è il direttore Pascal Gallois, compositore, fagottista e direttore d’orchestra, allievo di Kerlheinz Stockhausen, Luciano Berio e soprattutto di Pierre Boulez. «Il comune di Parigi — spiega il sessantenne Gallois — chiede a ogni conservatorio di avere una propria specificità. La nostra è l’attenzione alla creazione contemporanea e alle nuove tecnologie, a quella che un tempo veniva chiamata musica assistita dal computer, e quindi alla musica per videogiochi». Il Conservatorio Mozart offre ai suoi duemila allievi corsi di musica, teatro, danza e da quest’anno anche «composizione di musica per videogiochi». «Una novità che a Mozart non sarebbe dispiaciuta. Lui — dice il direttore — era uno spirito libero e rivoluzionario, adorava giocare e con i videogiochi si sarebbe divertito».
L’ingresso della musica per videogiochi nel più grande conservatorio di Parigi è un segnale che quell’universo attraversa ormai la fase di maturazione, con capolavori e maestri riconosciuti. Nel 1978 la musica per videogiochi si riassumeva nelle 4 angoscianti e rudimentali note gravi di Space Invaders, ma le contaminazioni cominciarono subito. I musicisti più attenti capirono che si aprivano infinite possibilità. Haruomi Hosono, Ryuichi Sakamoto e Yukihiro Takahashi ripresero i suoni di Space Invaders nel loro primo album come Yellow Magic Orchestra e la canzone Computer Game in quell’anno fu un successo anche negli Usa.
Al Conservatorio Mozart la musica per videogiochi è arrivata grazie agli scambi, alle conoscenze e alla curiosità di Pascal Gallois. «Tra i miei allievi al Musikinstitut di Darmstadt c’era Olav Lervik, vicino al compositore Peter Eötvös. Ci siamo incontrati di nuovo tre anni fa in occasione d e l l a c r e a z i o n e d e l l ’o p e r a Lilith di Eötvös, e mi ha detto che aveva appena avviato a Zurigo, all’Università delle Arti, un corso di composizione di musica per videogiochi. Quando mi è stata affidata la direzione del Conservatorio Mozart, ho pensato che quella era una delle strade da percorrere». Olav Lervik è un compositore di 35 anni, nato a Strasburgo da madre francese e padre norvegese: «È la persona ideale perché ha una formazione di compositore di alto livello e da tempo insegna a Zurigo nell’ambiente della musica per film e documentari. Quel che stiamo vivendo adesso con la musica per videogiochi lo abbiamo visto in passato con le colonne sonore dei film».
La musica per videogiochi ha ormai una vita anche autonoma, le grandi orchestre sinfoniche interpretano dal vivo le opere migliori, come è successo alla Filarmonica di Parigi l’estate scorsa con l’omaggio a Nobuo Uematsu, geniale creatore della musica di Final Fantasy. Il primo concerto di quel tipo al mondo si è tenuto nel 1987 in Giappone, dove Koichi Sugiyama presentò le suite sinfoniche di Dragon Quest I e II assieme al Carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns.
Gli allievi del corso cominciato quest’anno a Parigi sono una trentina. «Hanno un profilo molto vario — dice Lervik — ma la maggior parte di loro si avvicinano per la prima volta alla composizione di musica per videogiochi. Per adesso lavorano su modelli, spero che potranno esercitarsi presto su progetti concreti». Lervik è abituato a lavorare non su un gioco finito ma riceve dai programmatori