Corriere della Sera - La Lettura

LA NUOVA SACRESTIA DI SIENA

- Di CARLO BERTELLI

Dapprima ospizio per pellegrini, divenuto nel Quattrocen­to ospedale, quindi clinica universita­ria, dopo essere stato palestra spirituale per santa Caterina, infine museo singolaris­simo, lo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, con il nuovo allestimen­to della vecchia sacrestia salda due capitoli nella storia della città e trasporta il visitatore assai lontano, a Costantino­poli nel 1359. Fu allora che i delegati del Comune ottennero per l’ospedale un gruppo di reliquiari bizantini di straordina­rio interesse, cui si aggiunse un evangelari­o miniato, chiuso tra due piatti di legatura d’oro e argento tempestato di 52 smalti. Le reliquie, protettric­i della città, nel 1445 furono allogate nella sacrestia in un armadio dipinto da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta. Poi l’armadio emigrò alla Pinacoteca Nazionale e solo ora, con felice decisione, è tornato alla sua prima destinazio­ne dove gli fanno corona i reliquiari.

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