Corriere della Sera - La Lettura

Anche il design ha il suo highlander

Scozzese, a suo modo immortale: Charles Rennie Mackintosh viene celebrato da Glasgow, la città dove nacque 150 anni fa e da dove interpretò in modo originale l’arte della progettazi­one. Un’eredità che dura tuttora

- Di STEFANO REJEC

Forse non erano Fab(ulous), favolosi come i Beatles, ma fo ur, quattro sì, meglio The Four, I Quattro, perché questi artisti si erano distinti insieme diventando i principali esponenti Art Nouveau della Scuola di Glasgow, in Scozia, tra Ottocento e Novecento: Charles Rennie Mackintosh, la moglie Margaret MacDonald, sua sorella Frances MacDonald e Herbert MacNair. Come ogni gruppo avevano un frontman, il primo nell’ordine: Charles Rennie Mackintosh, il maestro — architetto, designer, pittore — dell’Arte Nuova in Gran Bretagna.

Il 7 giugno saranno passati 150 anni dalla sua nascita nella città sul fiume Clyde. E per l’anniversar­io Glasgow ha cerchiato diverse date sul calendario, tante quante sono le iniziative — mostre, incontri e visite guidate dedicate alla ricorrenza. Alcune si tengono lungo il Mackintosh Trail, l’itinerario sempre accessibil­e attraverso le opere legate all’artista; percorrerl­o è anche l’occasione per scoprire una città che non è più brutta (cantierist­ica navale), sporca (acciaio e carbone) e cattiva (record di criminalit­à in Gran Bretagna) come una ventina di anni fa, piuttosto un centro artistico e musicale di tendenza.

Naturale partire dalla prima opera commission­ata aMackintos­h, il Lighthouse (11, Mitchell Lane), in origine sede del quotidiano cittadino, il «Glasgow Herald» e oggi Centro del design e dell’ architettu­ra scozzesi, con il« Mack» Centre dedicato alla vita e al lavoro del celebre artista. Tra gli oggetti in mostra l’iconica Ladder Back Chair, la sedia in frassino scuro con lo schienale a scala (testimonia­nza dell’influenza dell’estetica giapponese sullo stile dell’illustre

Glaswegian). Quest’anno, ogni sabato alle 13, una visita guidata ripercorre la storia dell’edificio e l’influenza dell’architetto su Glasgow; e, gran finale, la vista del panorama della città dalla Mackintosh Tower, accessibil­e tramite una spettacola­re scala elicoidale.

Tappa successiva del Mack Trail, Queen’s Cross Church (870, Garscube Road), l’unica chiesa progettata dall’architetto, sede della Charles Rennie Mackintosh Society. Dotata di vetrate gotiche con ele- menti floreali, elementi in pietra e legno lavorati «molto Mackintosh», ospita anche mostre temporanee. Fino al 24 giugno immagini, luci, musica e una grande luna di 7 metri di diametro, riproduzio­ne fedele di quella vera: Museum of the Mo

on, dell’artista britannico Luke Jerram. Uno scrittoio in madreperla e mogano ebanizzato, posseduto dall’architetto, è l’highlight della Mackintosh House alla Hunterian Art Gallery (all’Università di Glasgow), che di light, di luce, è effettivam­ente invasa, amplificat­a dal bianco dominante degli interni. Qui è stata ricostruit­a la casa di Mackintosh e signora, distrutta negli anni Sessanta, grazie anche al recupero di alcuni arredi originali, disegnati dalla coppia stessa. Mobili (e acquerelli) firmati Mackintosh anche alla Glasgow School of Art (167, Renfrew Street), progetto dell’artista dove gli studenti guidano i visitatori, quest’anno anche in città lungo il Mack Trail. Pausa caffè, meglio tè, è al The Willow Tea Rooms ( 9 7 , Buchanan St re e t e 1 1 9 - 1 2 1 , S a uchiehall Street) dove sono stati ricreati gli interni di una sala da tè progettata da Mackintosh. A commission­are il lavoro fu l’imprenditr­ice Kate Cranston, esponente del Temperance movement, movimento contro il consumo di alcol, che s’industriò nell’apertura di questi ritrovi, risposta femminile al pub maschile.

La House for an Art Lover (Bellahoust­on Park) è solo ispirata al progetto di Mackintosh, mentre la Scotland Street School Museum (225, Scotland Street), sede espositiva e di corsi, è tra le ultime rilevanti commission­i ricevute; così come l’unica casa disegnata in Inghilterr­a, a Northampto­n (78, Derngate), che oggi ospita gallerie d’arte, un negozio di design e un ristorante.

Il Mackintosh Trail, che comprende anche altre tappe, è una macchina del tempo che permette di tornare tra XIX e XX secolo, quando Glasgow divenne «la seconda città dell’Impero britannico», grazie a porto e cantieri navali. Una ricchezza mercantile che fece sbocciare lo stile floreale dei Four. Uno dei momenti in cui la città scozzese fu più fedele al suo motto: Let Glasgow flourish, che Glasgow prosperi.

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Qui sopra e qui sotto: vetrate della Queen’s Cross Church dov’è allestita fino al 24 giugno l’installazi­one Museum of the Moon (a fianco) dell’artista britannico Luke Jerram (1974)

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