Corriere della Sera - La Lettura
Gli acquerelli di Benati si illuminano d’Oriente
Una luce lontana, venuta dall’Est, bagna le forme armoniche di fiori, petali, steli. E penetra, espandendosi, nella carta di riso nepalese lavorata a mano e incollata su tela. Circa venti acquerelli di Davide Benati (Reggio Emilia, 1949) sono raccolti nella mostra Arpabirmana, curata da Alessandra Bigi Iotti ed esposta al Far Fabbrica Arte di Rimini fino al 15 luglio, nell’ambito della Biennale del disegno 2018 (biennaledisegnorimini.it). Il pittore reggiano è noto per i suoi acquerelli su carta, supporto che ne contraddistingue la poetica, e che rimanda alla sapienza artigiana d’un tempo. Nelle opere in mostra la carta accoglie il colore che insegue i toni del malva, del rosso, del giallo (sotto: Doppio gioco, 2010), evocando un Oriente remoto. Il lavoro essenziale ma emozionante di Benati è solo apparentemente fragile, perché l’acquerello permette di giocare con la trasparenza del supporto di riso, esaltandone le qualità. Un pittura allusiva ed essenziale nella sua bellezza. ( jessica chia)