Corriere della Sera - La Lettura

L’identità inimitabil­e della cosmopolit­a Tel Aviv

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Tel Aviv, la città bianca. Un caso storico-urbanistic­o da manuale: una città nata tra gli anni Venti-Trenta del secolo scorso, disegnata secondo lo spirito della Bauhaus e rapidament­e cresciuta per effetto delle migrazioni dall’Europa. Fu così che una dissestata periferia di Jaffa si trasformò in una città moderna e funzionale sotto la supervisio­ne dell’urbanista Patrick Geddes e con gli edifici progettati sotto le influenze di Walter Gropius, Le Corbusier e Erich Mendelsohn (sotto: Berger + Mandelbaum, Maison Landa, 1935). Nei cantieri lavorarono 70 tra architetti e ingegneri. Tel Aviv, forse proprio per questa sua nascita figlia di un’intrinseca natura cosmopolit­a, è oggi una città effervesce­nte e «contempora­nea» ben più di tante città europee. È questa la materia della mostra Tel Aviv The White City al Maxxi di Roma (maxxi.art, fino al 2 settembre) curata da Nitza Metzger Szmuk: cento tra foto, schizzi, plastici e video raccontano la storia di Tel Aviv e ne profilano la sua inimitabil­e identità. (paolo conti)

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