Corriere della Sera - La Lettura
Friedrich, Schinkel, Willumsen: la gloria dei viaggiatori romantici
Viaggiare, vagabondare, passeggiare, camminare, mille sfumature di senso sono racchiuse nel verbo tedesco wandern. E così il Wanderer, il Viandante, esploratore e pellegrino, icona del Romanticismo germanico, è tutto ciò e molto più, e ogni suo viaggio è allegoria della vita e della morte, come nei Lieder di Schubert. Wanderlust (ossia «gioia di vagare», «voglia di andare»), la nuova mostra alla Nationalgalerie di Berlino (smb.museum) fino al 16 settembre, raduna le più fascinose variazioni sul tema del Wanderer ottocentesco (e del suo mito). Vi convergono l’osservazione della natura, la figura dell’artista-viaggiatore alla ricerca dell’io nel non-io, tra selve, baratri e vette come nel dolce paesaggio italiano. Immancabile il Viandante sul mare di nebbia (1817) di Caspar David Friedrich, accanto al suggestivo Felsentor (1818) di Karl Friedrich Schinkel (sopra), alla solitaria Scalatrice (1912) di Willumsen, ai viaggiatori «annientati» dalle onde nevose di Nolde o dalle rocce-visioni di Kirchner. (gian mario benzing)