Corriere della Sera - La Lettura
Lavorando in compagnia s’impara (e Cederna scorda la penna in scena)
attuale impegno di Nicola Ballelli, tecnico coordinatore del teatro «Diego Fabbri» di Forlì affonda le radici nella colonna sonora della sua giovinezza. «Prima che nascesse la nostra Stenik Audio, suonavo, realizzavo dischi — racconta — e durante la naja regalavo al tenente fior di biglietti per una discoteca qui vicino. Risultato: lunghi permessi anche fino all’alba dell’ultimo giorno, così potevo lavorare in pace». E poi? «In teatro sono stato forgiato da due veri maestri dell’allora sala “Astra”, Eros e Mauro. Correva l’anno 1992». E perché teatro “Fabbri”? «Quando fu chiamato così, il direttore era proprio lui, Diego Fabbri (drammaturgo, 19111980, ndr). E la battuta che girava era che si fosse dedicato il teatro da solo…». Non è invece da solo Ballelli che affronta «tutte le esigenze audio, video e luci di ciascuna compagnia teatrale che faccia spettacoli da noi. E con i colleghi più bravi che ospitiamo c’è sempre da imparare. Tecniche nuove, risorse, metodi. Un bellissimo modo per tenersi aggiornati». Con chi, soprattutto? “Con Alessandro Gassmann e i suoi tecnici, di sicuro. Le loro luci sono fantastiche e sempre nuove». Del resto in questo settore tenersi aggiornati è più che necessario. «E non c’è paragone — aggiunge Ballelli — tra toccare con mano le novità sperimentandole in teatro rispetto al farsele raccontare dal rappresentante di nuove tecnologie». Ma il rapporto umano, dove va a finire? «Resiste, resiste. Come quando viene a trovarci Giuseppe Cederna. Qualche anno fa ci chiese uno scrittoio speciale per la messa in scena. Tutto benissimo, lui bravo come sempre. Salvo telefonarci in affanno giorni dopo: aveva dimenticato nel cassetto del tavolo la sua penna preferita».