Corriere della Sera - La Lettura
Una religione dell’amore Il caso Roberto Emanuelli
Roberto Emanuelli, romano, 40 anni, ha scritto due romanzi intorno ai quali è nata una vasta comunità di lettori. Agguerrita, ma non bellicosa. Online, ma anche fisica. Animata da buoni sentimenti, sostegno reciproco, incoraggiamenti nella vita e nell’amore. Quasi una religione
Le sostenitrici (sono la maggioranza, ma ci sono anche i sostenitori) hanno creato un gruppo su Facebook per «promuovere i suoi romanzi parlandone, consigliandoli, diffondendo questo grande e meraviglioso sogno». I detrattori lo definiscono pop e sostengono che pubblichi online frasi da Baci Perugina. Dalla sua parte ci sono i numeri. Roberto Emanuelli, romano, 40 anni, scrittore delle emozioni, ma anche assai tenace, ha venduto 130 mila copie con il romanzo E allora baciami (2017), altre 65 mila con Davanti agli occhi (2018, entrambi Rizzoli). Sui social, oltre al gruppo privato da 6 mila e 400 iscritti, l’autore conta oltre 340 mila follower su Facebook e quasi 100 mila su Instagram. Parlano d’amore, soprattutto, i fan, in tutte le declinazioni (nella coppia, tra genitori e figli, tra amici, per sé stessi...), come accade anche nei libri di Emanuelli. Su piccoli post-it digitali condividono le frasi più incisive del loro scrittore-guru e le commentano.
Tutto questo non è solo colore. Innanzitutto perché la fortuna dell’autore è stata favorita proprio dal seguito online. In secondo luogo perché la community è fatta di lettori in carne e ossa, individui che hanno preso a incoraggiarsi e sostenersi sullo schermo e, spesso, anche nella vita, utenti che rispettano, per stare sui social, un codice di delicatezza e garbo. Lo aveva già notato il «Guardian» un anno fa: in un momento di «tragedie, terrorismo, sconvolgimento politico e incertezza economica», il nuovo trend è la up lit, la letteratura che aiuta a stare meglio e «mette la gentilezza al centro». Piacciano o meno i suoi libri, dunque, per il modo in cui è esploso e il tono delle storie, Emanuelli incarna diversi aspetti delle scritture contemporanee.
Lo abbiamo invitato nella redazione de «la Lettura» insieme con cinque iscritti al gruppo «Siamo solo per pochi». Federica Maccioni, 44 anni, di Cagliari, è l’amministratrice, insegnante privata di lingue, collaboratrice dell’istituto Cervantes e del Tribunale della sua città. Elisa Mangano, 25 anni, di Milano, è un’educatrice, dedita in particolare alla disabilità. Marco Salvatore, 47 anni, di Torino, è ingegnere aeronautico. Giusi Terranova, 41 anni, anche lei di Torino, ha lasciato il lavoro di assistente di un dentista e ora studia da igienista. Serena Volpicelli, 27 anni, di Novara, è laureata in Giurisprudenza e sogna di diventare magistrato.
ROBERTO EMANUELLI — È grazie a loro se ho cambiato esistenza. Nel 2012, dopo che già da adolescente avevo perso il papà, ho vissuto una crisi profonda: una delusione d’amore, problemi al lavoro, un debito economico. Ero perso. Una decina d’anni prima avevo abbandonato la vocazione di scrittore per fare il broker assicurativo, una professione che non era nelle mie corde: mi spingeva ad essere ambizioso, arrivista, proiettato verso i soldi. Ero depresso e, lo ammetto, ho fatto brutti pensieri. Ma ho aperto un blog. E mi ha salvato. In molti mi hanno seguito, incoraggiato a scrivere, poi ad autopubblicare Davanti agli occhi. E lo hanno promosso con il passaparola. Il gruppo su Facebook è nato allora.
FEDERICA MACCIONI — Io ci sono dall’inizio. Roberto esprime sensazioni in cui mi sono ritrovata con parole che non avrei saputo usare. Leggere i suoi libri, conoscere la sua forza d’animo, mi hanno dato uno scossone, ho scoperto che dovevo cambiare. Prima vivevo la vita che gli altri si aspettavano, mi ero spenta. Non parlavo mai di me mentre ora lo faccio e ho imparato a dire «ti voglio bene» senza paura di essere giudicata.
MARCO SALVATORE — Anche per me i libri di Roberto sono stati una presa di consapevolezza. Il 1° aprile 2016 ho letto sulla bilancia 97,7 chilogrammi. È lì che è scattato il primo clic: sono arrivato a perdere 25 chili, anche se questa scelta non la capivano tutti. E allora baciami e Davanti agli occhi sono arrivati durante il per- corso e sono stati la mappa: “Vivo la mia vita o quella che vogliono che io viva?”, ho iniziato a chiedermi; ho messo in discussione me stesso, il rapporto con la mia compagna, la capacità di fare il genitore. Ora sono più in pace, ma la strada è lunga.
ROBERTO EMANUELLI — Ho visto sui social che prendevi appunti su un quaderno rosso...
MARCO SALVATORE — Eccolo, l’ho portato qui (ce lo mostra leggendo alcuni passaggi: alle citazioni di Emanuelli si alternano frasi scritte da lui, ndr). A pagina 92 di E allora baciami il protagonista Leonardo dice di non sapere nulla dell’amore, e allora aggiungo: «Io che no so dell’amore, io eh, non altri, non lei che mi rifiuta, io che ne so di cosa sento, bastavano le briciole, mi sarebbero bastate? Sì». Ancora dal libro: «Mi peso ogni giorno, ché vorrei pesare il giusto». E io scrivo: «L’inizio, la dieta è stata solo l’inizio. Portare alla luce ciò che già c’era». Attraverso le sue storie, Roberto racconta le nostre.
GIUSI TERRANOVA — Io a 41 anni non uscivo mai, ho sempre vissuto per gli altri. Grazie a Davanti agli occhi adesso esisto e frequento l’università, perché voglio realizzare anch’io il mio sogno. Ho imparato a fare quello
che mi piace di più. Per chi mi vuole bene è stato positivo, per altri un problema. Ma è vero, come scrive Roberto, non andiamo bene per tutti, quindi a volte capita di allontanarsi da qualcuno anche dopo tanti anni. «Siamo solo per pochi» è la frase che il personaggio di Laura in
E allora baciami si è stampata sulla pelle: sono stata fra le prime a tatuarmela.
ELISA MANGANO — L’invito che ci arriva dai libri di Roberto è il coraggio di osare e ascoltare sé stessi. Ho conosciuto la sua poesia su Facebook. Così ho comprato E
allora baciami ed è stato un boom interiore: lui è fuori dagli schemi, spinge a seguire sogni e cuore, a coltivare la speranza, ed era quello di cui avevo bisogno.
SERENA VOLPICELLI — Anche io ho iniziato a leggere su Facebook alcune frasi e mi sono sentita coinvolta. Mi ha insegnato a non aver paura del cambiamento. Non so se diventerò magistrato ma so che ci si può comunque reinventare.
Su Facebook Emanuelli spopola con brevi frasi tratte dai suoi romanzi. È lo «youtuber degli adulti»?
ROBERTO EMANUELLI — Ovviamente scelgo le frasi più fruibili e lo ammetto, è marketing, che però è inevitabile per chi come me è partito dall’autopubblicazione. Ne ho bisogno per far circolare il mio nome. Ma posto anche passaggi più complicati, che danno conto della profondità dei libri, e sono questi che hanno più successo e fanno vendere i romanzi. Prima dei social, infatti, nel mio caso c’è un progetto narrativo, ci sono i libri. Mentre agli youtuber spesso capita di diventare celebri in rete e che poi gli venga chiesto di uscire con un volume. Sono due meccanismi opposti.
MARCO SALVATORE — I social sono solo il mezzo di qualcosa che già esiste: i romanzi. Davanti agli occhi l’ho ordinato su Amazon e mi è arrivato in ufficio. Ero in pausa pranzo e ho iniziato subito con il passaparola fisico, reale. SERENA VOLPICELLI — Io gli autori dei Baci Perugina non li ho mai comprati, anche quando erano famosi. I libri di Roberto sì. Gli youtuber usano il web per simulare sé stessi, per Emanuelli i social sono un mezzo di solidarietà e condivisione, di trasparenza: è netta la differenza. Attorno a E allora baciami e Davanti agli occhi è scattato un confronto positivo tra gli utenti. Chi racconta la sua storia si sente libero e non teme giudizi.
GIUSI TERRANOVA — Si è creata un’enorme amicizia tra i membri del gruppo. FEDERICA MACCIONI — Non parliamo solo di crisi di coppia. C’era una ragazza, ad esempio, in ansia per il primo esame all’università. L’abbiamo sostenuta.
ROBERTO EMANUELLI — Alla fine di E allora baciami incoraggio a scendere dal treno, a invertire la rotta anche quando sembra già tracciata. E il messaggio è arrivato davvero. C’è chi ha rivoluzionato la sua vita, ha lasciato la moglie, il marito, è impressionante... Sarà che l’ho fatto io stesso... cambiare strada... Mettere la propria esperienza in una narrazione, sul web o in un libro di carta, condividerla in modo autentico, funziona molto.
Sugli account di Emanuelli si dialoga in modo pacato. Nel gruppo si chiede esplicitamente di comportarsi con rispetto. Un modello replicabile anche quando si parla di politica o temi sociali? ROBERTO EMANUELLI — La mia esperienza sui social è soprattutto positiva: un luogo che aggrega anime simili, con un obiettivo comune e bello, un ambiente familiare, pulito, dove si è innescato un circolo virtuoso che esclude chi è fuori tono. Ammetto però che, in generale, in questo mondo esistono aspetti negativi, come
la tendenza a mostrarsi sempre al top. Io combatto l’idealizzazione dicendo la verità: che sono romantico, ma mi piace anche il sesso. Oppure che sono permaloso. A volte poi, online, trovano spazio arroganza e qualunquismo. ELISA MANGANO — Sui social c’è molta maleducazione. Roberto ha avuto il coraggio di ridare valore all’amore. ROBERTO EMANUELLI — Mantenere toni gentili quando si parla di emozioni è più semplice. Diverso è confrontarsi su altri contenuti. Nei commenti sulle mie pagine vedo raramente riferimenti alla politica o a temi sociali. SERENA VOLPICELLI — Sono piani totalmente diversi. Su quello politico si parla di interessi e controinteressi, non c’è una categoria per i sentimenti, che sono spontanei ed escono dal cuore e non nella testa.
ELISA MANGANO — Per me è un paradosso. Se io salgo al potere lo faccio per amore del popolo, per risolvere qualcosa. Nella società manca l’amore. Mancano i valori. Ci sono ruoli impostati, non c’è un vero spirito di cambiamento, mentre sarebbe utile fare autoanalisi, chiedersi cosa voglio per me stesso e per il Paese, interrogarsi su quali sono gli obiettivi condivisi. Altrimenti si resta nella comfort zone, mentre la responsabilità è comune...
FEDERICA MACCIONI — Io l’amore per la patria non lo vedo. Sarà lo sconforto, il non crederci più, ma dalla classe politica non arrivano molti segnali.
MARCO SALVATORE — La politica ci ha insegnato ultimamente che non c’è etica. Mancano i grandi ideali del passato, ma non li vedo neppure all’estero.
GIUSI TERRANOVA — Per noi il gruppo è un mondo a parte, un angolo di paradiso. Se ho problemi economici non ne parlo lì, è un posto per stare meglio.
FEDERICA MACCIONI — Dialoghiamo attraverso le frasi di Roberto... Magari mi capita di essere arrabbiata per il lavoro e allora posto: «Ti guarderanno dall’alto al basso, credendosi più grandi di te, e tu alzati in piedi, lentamente, sorridendo, e ricorda loro che eri solo seduto». Altre volte qualcuno racconta un problema nei commenti e cerchiamo di dare consigli.
ELISA MANGANO — Però sarebbe anche bello ripartire dalla base, mentre si tende sempre a risolvere i problemi dalle foglie e non alla radice. Dunque divulgare il tema dell’amore, l’amore che manca, l’amore per il prossimo. GIUSI TERRANOVA — L’empatia... ROBERTO EMANUELLI — Io però scrivo e basta... non
sono un divulgatore.
Emanuelli è un narratore popolare? ROBERTO EMANUELLI — Amo il pop e mi autodefinisco pop.
MARCO SALVATORE — Io leggo tanto, sono un divoratore di libri, ma pur avendo il confronto con la cosiddetta narrativa alta, non riesco a dare un’etichetta: un libro o mi prende o non mi prende. Davanti agli occhi mi ha sconvolto, mi ha fatto piangere, ridere, pensare, indipendentemente dalla categoria e da quanto ha venduto.
FEDERICA MACCIONI — Perché l’amore dev’essere pop? Hanno detto che i libri di Roberto assomigliano a un Harmony. Io non ho mai letto un Harmony e spazio tra tanti generi: entro in libreria e se una storia mi stuzzica la prendo. Davanti agli occhi è quasi didattico dal punto di vista emozionale.
ELISA MANGANO — C’è sempre il rischio di dare un’etichetta mentre Roberto invita proprio ad andare oltre gli schemi. ROBERTO EMANUELLI — Va sfidato anche il pregiudizio che quando prevale il bene, nei libri e nella vita, sia solo retorica. A volte si è scettici che si possa davvero aiutare il prossimo, mentre la mia storia insegna che tante persone hanno creduto in qualcun altro e ci hanno investito del tempo. Tra tutti gli account, mezzo milione di persone. Nei libri di Emanuelli c’è una visione più «rotonda» del maschile, insieme ruvido e fragile. ELISA MANGANO — I romanzi di Roberto non invitano solo a un cambiamento interiore, ma anche del pensiero. Non c’è solo il maschio che non piange, che ama a modo suo, che dice poche parole. Qui c’è l’uomo smascherato, quello che è veramente. Mi auguro che accada anche nella società. Mi commuove quando Emanuelli condivide pezzi della sua vita. Non dice «io» ma parla con il «noi». ROBERTO EMANUELLI — L’uomo che si espone con le sue fragilità è meno comune. Ora però stanno aumentando anche i lettori maschi. GIUSI TERRANOVA — Leggono di nascosto o tolgono la copertina... MARCO SALVATORE — Io sono stato preso in giro. Ma ho risposto: allargate i vostri orizzonti. SERENA VOLPICELLI — Questa concezione del maschio fa parte del patrimonio storico-culturale che abbiamo ricevuto. Deve cambiare. A ottobre uscirà da Rizzoli un nuovo romanzo. Cosa dobbiamo aspettarci? ROBERTO EMANUELLI — Ci saranno un protagonista della mia età e una ragazza di 17-18 anni. Due mondi che si incroceranno. Due voci in prima persona. Lui che mi assomiglia, ma solo in una fase. MARCO SALVATORE — S’intitola Buonanotte a te. Io so questo e mi è bastato.