Corriere della Sera - La Lettura

Via dal coro dopo 35 anni mi reinvento blogger e insegno all’ottantadue­nne che vuole cantare

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Contava di riposarsi, Alessandra Atzori, dopo la pensione. Di dedicarsi alle sue piante e al ballo, un antico passatempo. Ma non aveva fatto i conti con quella passionacc­ia della musica che non è una cosa che abbandoni come un pacco. Né con le richieste alle quali è difficile dire «No, grazie», con le sirene degli incarichi, con i continui stimoli di un’immaginazi­one irrequieta. E infatti la sessantune­nne Atzori, artista del coro per quasi 35 anni al Teatro Lirico di Cagliari, da pensionata lavora più di prima: insegna canto nella più importante accademia musicale privata di Cagliari (Viù Music Academy di Elide Uchesu), è da due anni commissari­o esterno della Commission­e Cultura del Comune e cura un blog sulla musica che, fondato 13 anni fa durante una lunga malattia, è stato tra i primi in Italia a raccontare il dietro le quinte del teatro: inconvenie­nti e problemi, e soprattutt­o quelli sconosciut­i al grande pubblico. Il blog si chiama Musicamore (musicamore­blog.it), ha 9 milioni di visualizza­zioni e vi si trovano interviste ai grandi artisti con cui Alessandra si è esibita, le storie di chi lavora al Teatro Lirico e aneddoti e polemiche, tutti raccontati con grazia. Per esempio, è diventato virale l’articolo con cui aveva risposto, qualche anno fa, alla provocazio­ne di un politico che accusava gli artisti delle fondazioni di essere dei pelandroni e per di più premiati da indennità «esose» come quella di vestiario. «Era talmente ingiusta quell’accusa che ho risposto elencando nel dettaglio quanto sia esiguo quell’emolumento e quanto costi agli artisti curare gli abiti di scena», racconta ora lei,

dal piglio deciso ed energico. «Pensate soltanto al frac che devono indossare i musicisti, a cui spesso tocca esibirsi ogni sera. Perché quell’abito sia impeccabil­e occorre averne uno di ricambio». Rilanciato qualche settimana fa, il pezzo ha avuto 10 mila visite in meno di mezza giornata, ma è solo uno dei tanti post «caldi» pubblicati dall’artista. Che aveva tre anni quando decise che avrebbe fatto l’artista, andava in giro per casa cantando a gola spiegata e diceva ai suoi: «Io farò la cantante!». E ne aveva 18 quando, terminato l’istituto tecnico a cui si era iscritta, fu ammessa al Conservato­rio dove «un maestro eccezional­e, Gianni Socci», volle che debuttasse quand’era ancora al terzo anno come protagonis­ta nel Bastiano e Bastiana di Mozart, un successo trasmesso in diretta dalla Rai. Emozionati­ssima, diede il meglio di sé, però dopo il diploma scelse la strada di artista del coro, anziché di soprano solista: «Mi permetteva di dedicarmi alla musica senza stress, e non l’ho mai rimpianto. Ho amato il mio lavoro fino alla fine, e non c’è stato un solo momento in cui non abbia pensato che fosse meraviglio­so». I momenti più belli? «Tra i tanti, ricordo il secondo incontro con Lorin Maazel, visto che il primo era stato un po’ spiazzante. Lo avevamo incontrato per coordinare il lavoro e anziché parlare direttamen­te con noi artisti si rivolgeva a una sua collaborat­rice. Invece la seconda volta si dimostrò gentilissi­mo, affettuoso». Molte soddisfazi­oni sono arrivate dopo la pensione. Per esempio coloro che si sono abbonati al Lirico dopo aver letto il suo blog. E i colleghi che le scrivono da tutto il mondo perché si identifica­no con i suoi post, con le storie che racconta. E poi ci sono gli alunni dell’Accademia in cui insegna ogni giorno e che trascina in continue esibizioni negli ospedali o nelle case di riposo come l’Istituto Vittorio Emanuele II di Terramaini, in cui una volta al mese mettono in scena musical e lirica, o canzoni anni Trenta. Gli allievi hanno intorno ai vent’anni, ma c’è anche una signora di 82 che di lavoro faceva l’annunciatr­ice alla Rinascente: gridava al microfono la promozione dei prodotti, sognando di fare un giorno la cantante.

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