Corriere della Sera - La Lettura
Il thriller che ha anticipato #metoo
Gillian Flynn («L’amore bugiardo») torna con il romanzo d’esordio «Sharp Objects», che era uscito anni fa e diventa anche una serie tv: una madre, due figlie diverse, un fantasma e la caccia a un serial killer di bambine
Auno dei più grandi eroi romantici della letteratura del dopoguerra, Severus Snape — Severus Piton nella traduzione italiana — della saga di Harry Potter, ha giovato incalcolabilmente l’aiuto di un attore straordinario, Alan Rickman, che l’ha interpretato al cinema. Rickman, scomparso nel 2016, ha dato a Snape la sua voce unica e l’assoluta eleganza della sua interpretazione — è riuscito ad aggiungere tanta profondità al personaggio da diventarne in qualche modo coautore (a lui, e a lui soltanto, J. K. Rowling rivelò con quattro libri di anticipo sul resto del pubblico mondiale il colpo di scena che cambia tutto quello che i lettori — e gli spettatori — avevano mai pensato di Snape).
Gillian Flynn, l’autrice di L’amore bugiardo, è stata fortunata: ha scritto tre romanzi che, al cinema o in tv, hanno trovato tre bravissime attrici a dare volto e voce e corpo alle sue protagoniste. A L’amore bugiardo. Gone Girl, il terzo romanzo e suo successo più grande, ha giovato moltissimo la scelta di Rosamund Pike nel film di David Fincher con Ben Affleck — Pike ci raggelerà con il lungo monologo nel quale rivela il colpo di scena al quale, sia detto senza offesa, Flynn deve (meritatamente) fama e successo. Nei luoghi oscuri, forse il più debole dei romanzi (è il secondo), è arrivato comunque al cinema con Charlize Theron protagonista.
E ora il primo romanzo di Flynn, Sharp Objects (che esce martedì 24 per Rizzoli: in Italia si era già visto qualche anno fa con il titolo Sulla pelle edito da Piemme) è anche un serial tv che ha appena debuttato sulla Hbo e ha come protagonista Amy Adams. Adams è tra i rari attori che recitano prima di tutto con gli occhi, e riesce a far superare al romanzo di Flynn i propri limiti. È un libro d’esordio — scritto di notte perché di giorno Flynn faceva la giornalista alla rivista «EW», ed è uscito negli Usa nel 2006 — con tutti i limiti dei romanzi d’esordio. Si vedono le potenzialità della scrittrice di L’amore bugiardo — la volontà di scrivere un thriller diverso dagli altri, la bravura nel creare atmosfere inquietanti — ma anche gli inevitabili(Zadie Smith a parte, ma è come parlare del giovane Mozart) limiti tecnici dell’esordiente. Intrecciare una storia di serial killer con una vicenda familiare ossessiva e ossessionante alla Tennessee Williams è un piano ambizioso.
È ottima l’idea di inventare una protagonista-detective per caso, una giornalista che si rivela affetta da cutting, la sindrome d’autolesionismo così tristemente diffusa tra le ragazze. Gli oggetti acuminati del titolo sono — anche — quelli che la giornalista Camille usa per scrivere parole sul suo corpo, parole che le appaiono davanti come allucinazioni.
È un’idea forte, che nelle mani di una scrittrice più esperta e con un maggior dominio della sua scrittura — la Flynn di oggi, per esempio, ma ormai si è data a cinema e tv — sarebbe stata fantastica, degna di Jim Thompson. Aggiungere però un finale — e sottofinale — tra Psycho e Stephen King a un romanzo che troppo spesso è scritto con scarsa eleganza(purtroppo non aiutata dalla traduzione italiana) è un po’ troppo: la stampa americana è stata generosa con Sharp Objects («Un thriller sconcertante che crea dipendenza» secondo il «Chicago Tribune » , « Vi r t uosa e i nquietante Gil l i a n Flynn» per il «Washington Post») e si tratta senza dubbio di un libro che ci fa scorgere il talento da autrice di bestseller che si affermerà negli anni successivi.
In questo primo romanzo Flynn dimostra immediatamente la sua sensibilità e la bravura nel creare un mondo nel quale — come succede molto spesso in quello reale — le donne sono molto più interessanti degli uomini. Camille, giovane giornalista che lavora a Chicago in un quotidiano non particolarmente prestigioso, torna a casa — la provincia di Wind Gap, Missouri — per raccontare un delitto, e la sparizione di un’altra ragazzina. E la caccia al serial killer. Ritrova la madre Adora e la sorellina Amma; la morte di un’altra sorellina, Marian, quand’era bambina, è la ferita che ha traumatizzato la famiglia e non si è mai rimarginata — la morte è l’oggetto più acuminato di tutti, ci ricorda Flynn creando il mondo oscuro e inquietante di Wind Gap, dal quale (come dal fantasma di Marian) non si dubita che Camille abbia cercato di scappare.
L’idea migliore di Flynn? Immagina un matriarcato, in quella piccola città, dove il potere è tutto femminile e può essere usato come un’arma con lo stesso cinismo dei maschi: una tesi poco edificante e consolatoria, che testimonia il suo approccio indipendente (per L’amore bugiardo fu accusata, anche, di misoginia) e che trascende i limiti stilistici che impediscono a Camille, Adora e Amma di diventare personaggi davvero memorabili — ma ci sarebbe voluto per l’appunto Tennessee Williams.
Sharp Objects è stato scritto molti anni prima dell’affermazione di #metoo e di quella che auspicabilmente si confermerà come una duratura rivoluzione. Ma
Sharp Objects porta già nel suo nucleo più intimo la forza che ha alimentato l’emersione di #metoo, cioè la rabbia. Flynn ha spiegato che pur essendo una storia scritta prima di #metoo «parla di quel che succede alle donne quando si trovano costrette a ingoiare il rospo, e a cosa succede a quella rabbia. Per me ha le caratteristiche di un avvertimento, in questo momento nel quale le donne stanno raccontando le proprie storie».
Nel serial tv tratto dal romanzo l’adattamento è stato curato dall’autrice: non è sempre una buona idea, spesso l’occhio di un altro scrittore può vedere più chiaramente quali sono i punti di forza — e di conseguenza quelli deboli — del lavoro di qualcun altro. Ma in questo caso Flynn sceneggiatrice di oggi ha, rispetto alla Flynn scrittrice di tanti anni fa, messo a fuoco con maggior precisione la necessità di raccontare il piccolo mondo provinciale di Wind Gap.
Sarebbe scorretto — e ingiusto — paragonare questo romanzo a L’amore bu
giardo e la protagonista — la vulnerata Camille — alla mostruosa, bugiardissima Amy. Sarebbe ugualmente scorretto e ingiusto aspettarsi in futuro da Flynn un altro L’amore bugiardo — la stragrande maggioranza degli autori di thriller non ne scriverà mai uno così ingegnoso e di e nor me s ucce s s o. Al meno, F l y nn di
L’amore bugiardo ne ha scritto uno — uno più dei colleghi. In questi casi l’osservazione più intelligente da fare è un aneddoto che racconta Richard Ford: al suo amico Joseph Heller chiedevano spesso come mai non avesse scritto un altro romanzo grande quanto Comma 22. Quel grande rispondeva: «E chi altro c’è riuscito?». Sharp Objects è il primo romanzo di un’autrice di talento; L’amore
bugiardo non poteva essere scritto da un’esordiente. Giusto così.