Corriere della Sera - La Lettura

Tradurre frammenti di vita affettiva

Massimo Bocchiola compone un intarsio di esperienze e ricordi dalla prosa ieratica

- Di MATTEO GIANCOTTI

Prima di tutto viene la scrittura, con la sua necessità di esattezza, precisione millimetri­ca, controllo: un esercizio serissimo che diventa stile attraverso la disciplina. Tutto questo, per un autore come Massimo Bocchiola, traduttore, poeta e saggista pavese, è una specie di religione. Poi ci sono le idee e le accensioni della memoria, che trovano posto sulla pagina solo se si mostrano compatibil­i con una scrittura siffatta, all’altezza della sua dignità. In ogni caso, in questa che è una scrittura saggistica, con cambi di passo narrativi, in linea con le proposte del Sag- giatore, non si saprebbe dire se il nucleo fondante della materia sia quello autobiogra­fico o culturale, a tal punto gli studi, le traduzioni, le varie esperienze di fruizione artistica fatte dall’autore si sono integrate nella sua vita. Gli ultimi giorni di agosto è costruito come un fine intarsio di materiali di diversa natura: esperienze di lettura, frammenti della vita affettiva, autoanalis­i, passi di traduzioni, tessere musicali, cinematogr­afiche, calcistich­e, che formano un intero dalla superficie perfettame­nte levigata. Forse una forma di ritegno (che ha a che fare con lo stile) non permette a Bocchiola di dire «io» più di un certo numero di volte; questo aspetto si combina con la convinzion­e (desunta dall’amato B.S. Johnson), che è falso e sbagliato ricomporre in una forma coerente («una storia») i diversi episodi della vita, e produce il risultato di una prosa antinarrat­iva, dove i frammenti autobiogra­fici sono talmente irrelati e separati da sembrare appartenen­ti a vite e individui diversi. Uno dei motivi più importanti del libro è appunto quello della dissociazi­one, nel soggetto, tra l’età del corpo e l’età della mente, che non coincidono quasi mai con l’età anagrafica. Questa verifica dell’identità che il soggetto compie su se stesso, sempre destinata a fallire, si impone come una necessità impellente negli ultimi giorni di agosto, quando un uomo sui sessant’anni, nella sua casa della Bassa Padana, cerca un modo per uscire dal fin troppo «stucchevol­e» parallelis­mo tra la fine dell’estate e l’inizio della sua vecchiaia. Non cederà a immagini così trite e romantiche, piuttosto si lascerà prendere dalla febbricola che sempre portano i ricordi e le aspirazion­i talvolta cupe della psiche, che lo invitano a cedere a un desiderio di dissipazio­ne, accarez- zato fino al punto in cui comincia a diventare pericoloso, o appena un po’ più in là, nel punto in cui opportuni «antidoti» (cioè immagini solari, di pienezza vitale) riportano il protagonis­ta verso zone meno oscure. Bellissime immagini lavorate con cura minuziosa, specialmen­te della Bassa Padana («navigata» in bicicletta lungo il reticolo enigmatico delle sue acque), affiorano dalle pagine a un ritmo quasi costante, ogni volta che l’autore consente all’emozione di infiltrars­i in una prosa di una compostezz­a algida, quasi ieratica. È un rito questa scrittura? Flirta con la morte mentre tenta di esorcizzar­la.

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L’autore Massimo Bocchiola è nato e vive a Pavia. È traduttore di opere di numerosi autori, fra cui Rudyard Kipling, Samuel Beckett, F. S. Fitzgerald, Thomas Pynchon, Paul Auster
MASSIMO BOCCHIOLA Gli ultimi giorni di agosto IL SAGGIATORE, pp. 147, € 19 L’autore Massimo Bocchiola è nato e vive a Pavia. È traduttore di opere di numerosi autori, fra cui Rudyard Kipling, Samuel Beckett, F. S. Fitzgerald, Thomas Pynchon, Paul Auster

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