Corriere della Sera - La Lettura
FINESTRE APERTE SU PALAZZI BELLISSIMI
Mi piace immaginare tutte quelle foto incolonnate di Instagram come finestre di un altissimo grattacielo abitato da Obama, CR7, Damien Hirst, Stephen King, ma anche dal pittore della domenica (amo analizzare i quadri delle pizzerie di provincia come fossimo al MoMa di New York e magari trarne ispirazione).
Instagram è anche gustarsi le mostre sparse sul pianeta, curiosare tra gli studi degli artisti che amo, spiare le vite dei miei eroi: scrittori, atleti, viaggiatori. E perché non naufragare nel mare dei profili anonimi?
Dietro ai vetri di questo palazzo c’è sempre quella strana follia delle vite che non conosci e che ti diverti a inventare, non senza una certa dose di soddisfazione, quando ci piazzi i ricordi di una vita che non hai mai vissuto. È proprio così che mi è scattata la scintilla per una serie di disegni e perfino per un romanzo che ho appena cominciato. Poi basta postare un video e in un pomeriggio centinaia di persone possono visitare (virtualmente) il mio studio. Impensabile fino a qualche anno fa quando potevi contare solo sulle esposizioni o su articoli di riviste specializzate.
Lo scorso inverno, mentre installavo una mostra ho postato alcune immagini: c’è stato qualcuno che spontaneamente mi ha contattato offrendo il proprio aiuto. Naturalmente c’è la possibilità di venire attaccati, e non sempre dagli sconosciuti. A un mio scatto in cui dopo una mostra mi rilassavo lavorando la terra, un critico d’arte ha postato: «Braccia sottratte all’agricoltura tornano a casa». Ho commentato con due faccine sorridenti.