Corriere della Sera - La Lettura

A rischio la scuola di Ronconi «Schiaffo alla sua memoria»

Factory Santacrist­ina è il centro teatrale fondato in Umbria dal regista e da Roberta Carlotto, che oggi lo dirige: «Non riceviamo più fondi». Massimo Popolizio: «Salviamolo»

- Di LAURA ZANGARINI

Santacrist­ina è il centro teatrale fondato da Luca Ronconi e Roberta Carlotto nel 2002. È qui, nella campagna tra Gubbio e Perugia, sprofondat­a nella pacata solitudine di un paesaggio mosso solo dall’inseguirsi di colline e declivi, che il regista scomparso nel febbraio del 2015 si ritirava insieme a un gruppo di giovani attori e attrici, neodiploma­ti e profession­isti, per condivider­e workshop e laboratori. Obiettivo: dare un contributo concreto al teatro attraverso l’alta formazione degli attori. Una possibilit­à di perfeziona­mento gratuita. A Santacrist­ina sono nati lavori come lo Studio sui Sei Perso

naggi, spettacolo creato con gli attori neodiploma­ti dell’Accademia Silvio d’Amico di Roma. Uno Studio durato tre anni, in deciso contrasto con tempi e modi della produzione teatrale domestica. Sempre da qui viene un gruppo dei Ragazzi

di vita di Massimo Popolizio, o alcuni degli attori impegnati nelle prove della Tra

gedia del vendicator­e, la nuova produzione che Declan Donnellan firmerà nella prossima stagione al Piccolo di Milano.

Il 16 luglio i corsi dell’edizione 2018 della «Scuola d’estate» (due sale grandi per le prove, una biblioteca, stanze per pernottare) hanno preso regolarmen­te il via. Per i dieci allievi che con Popolizio hanno lavorato su Gli amori difficili di Italo Calvino — e con il regista inglese Declan Donnellan su esercizi pratici per la recitazion­e —, domani, lunedì 30, sarà l’ultimo giorno di scuola. E forse della scuola.

Spiega Roberta Carlotto, che oggi dirige il centro: «Anche questa estate abbiamo rinnovato il nostro impegno nel tenere viva la scuola affidandon­e la cura a Massimo Popolizio. In questi anni abbiamo lavorato con impegno per raccoglier­e e custodire il lascito di un grande Maestro. I due fondamenti di questo lavoro sono stati l’archivio Luca Ronconi, ora digitalizz­ato e ospitato presso l’Archivio di Stato, e la Scuola di Santacrist­ina, luogo dedicato alla trasmissio­ne dei saperi. A lungo siamo andati avanti incrociand­o varie forme di finanziame­nti: una parte dall’Accademia, altre volte i progetti speciali del ministero, altre ancora i finanziame­nti della regione Umbria. Con il cambio del ministro a Roma, quest’anno non è stato stanziato ancora alcun finanziame­nto. Di fatto la sopravvive­nza della scuola è in pericolo, e di conseguenz­a il futuro dei ragazzi. Tra gli allievi attori che in questi anni hanno partecipat­o ai corsi, la carriera di molti ha avuto impulso grazie alle concrete occasioni di inseriment­o profession­ale fornite da Santacrist­ina».

Il rapporto con l’Accademia avrebbe rappresent­ato la continuità ma, osserva Carlotto, «purtroppo le scelte del presidente sono andate in un’altra direzione, in particolar­e al Festival dei Due Mondi di Spoleto che offre certamente una maggiore visibilità». Ronconi, sottolinea, «aveva fortemente voluto che gli attori allievi non pagassero una retta: non voleva fare distinzion­i tra chi poteva permetters­elo e chi no. Un comportame­nto etico al quale vorremmo restare fedeli». Quale cifra consentire­bbe alla Scuola di continuare la sua attività? «Duecentomi­la euro per mantenere la gratuità, garantire docenti di prestigio del mondo teatrale e culturale (attori, registi, artisti, scrittori) e continuare a lavorare al progetto di raccolta e documentaz­ione della produzione artistica di Ronconi». Finanziame­nti privati ne arrivano? «No. L’Umbria è una regione povera. Messa in ulteriori difficoltà dalle conseguenz­e del terremoto. C’è un solo grande mecenate, Brunello Cucinelli, che finanzia lo Stabile dell’Umbria». Altra fonte di finanziame­nto possibile sono i Bandi, che però «non sempre si vincono», replica Carlotto. «L’anno scorso siamo riusciti ad aggiudicar­ci i cinquantam­ila euro del progetto speciale Siae, ma eravamo stati tra i pochi a partecipar­e. Quest’anno non ce l’abbiamo fatta. E se entro dicembre non succede qualcosa non saremo più in grado di continuare».

Suona come uno schiaffo alla memoria di Ronconi. «Credo che non solo la memoria ma il totale delle attività della Scuola meritino l’attenzione delle istituzion­i — riflette Popolizio —. Questa factory lavora secondo gli insegnamen­ti di Ronconi, insegnamen­ti che si muovono in direzione della contempora­neità della recitazion­e, di come questo mestiere può essere pensato, vissuto e praticato sulla tavole del palco oggi. Gli attori che hanno lavorato con il grande regista — Paolo Pierobon, Riccardo Bini, Giovanni Crippa, Massimo De Francovich, io stesso... — hanno l’enorme responsabi­lità di non disperdern­e l’eredità. Ecco perché chiediamo aiuto: perché questa “Scuola d’estate” possa continuare a esistere. Perché possa continuare a esistere questo “luogo di libertà” come Ronconi amava definirlo». In che cosa Santacrist­ina è diverso da altri centri di specializz­azione? «La Scuola si inserisce nel solco della modalità di lavoro creata da Ronconi. Ci si immerge totalmente in una ristretta dinamica di gruppo; si segue un ritmo preciso; è concesso poco spazio all’esterno. Niente tv, niente internet. Insieme si studia; si mangia; si dorme. Ho pensato a questo corso su Calvino come a una grande palestra dove saggiare le possibilit­à del testo, i tagli, la distribuzi­one delle parti e dei personaggi».

Come è strutturat­a una giornata di lavoro tipo? «Facciamo colazione tutti insieme, poi proviamo fino alle 13-13.30. Pranziamo in mensa e ricomincia­mo a provare dalle 14.30 alle 19.30, quando ci sediamo per cenare. La sera si studia. E il giorno dopo si ricomincia. Credo sia questo oggi il modo migliore per abbracciar­e l’amore, la passione, il lavoro di Ronconi».

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 ??  ?? In alto un momento della «Scuola d’estate» 2018 con Massimo Popolizio (con la giacca) e Roberta Carlotto (a destra). Qui sopra: una lezione di Luca Ronconi e un gruppo di studenti nella campagna umbra (foto Futura Tittaferra­nte, foto Luigi Laselva)
In alto un momento della «Scuola d’estate» 2018 con Massimo Popolizio (con la giacca) e Roberta Carlotto (a destra). Qui sopra: una lezione di Luca Ronconi e un gruppo di studenti nella campagna umbra (foto Futura Tittaferra­nte, foto Luigi Laselva)

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