Corriere della Sera - La Lettura

L’amico è un assassino: indagine sui fantasmi

- di PAOLO LEPRI

È la vigilia di Natale del 1995. Siamo nella huerta de Murcia, al sud-est della Spagna, in luoghi lontani come lo sono diventati quei tempi. Un ragazzo, 18 anni, uccide la sorella e poi si lancia con l’auto in un burrone. Per Miguel Ángel Hernández, il migliore amico dell’assassino, quella notte rappresent­erà un’invalicabi­le frontiera con il passato. Oltre venti anni dopo, finalmente, arriva il momento di provare ad attraversa­rla. Nasce così El dolor de los demás («Il dolore degli altri», Anagrama, pp. 305, € 18,90) ), un «incrocio fra il thriller e la confession­e autobiogra­fica». È il terzo romanzo di uno scrittore (anche saggista e professore di storia dell’arte) del quale i lettori italiani conoscono già Tentativi di fuga (e/o), che si collega a questo — nelle sue differenze — per una ricerca simile sui «modi della rappresent­azione». «L’autore come padrone di casa e ospite del suo racconto, una riflession­e sulla scrittura, un libro stupendo», ha annotato su Twitter Fernando Aramburu. Non stupisce che chi ha costruito la meraviglio­sa architettu­ra di Patria elogi El dolor de los demás e il suo doppio piano narrativo in cui il mondo interiore di chi indaga, affrontato in seconda persona, si alterna all’indagine sulla realtà. E la realtà è piena di fantasmi. «Invece di liberarmi di loro — ha detto Hernández — li ho convocati: mi stavano aspettando».

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