Corriere della Sera - La Lettura

La moltiplica­zione dei petali dei peschi e delle rose

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Come nasce un fiore «petaloso»? La moltiplica­zione dei petali dei fiori di pesco e delle rose può essere ricondotta alla mutazione di un gene regolatore. Lo rivela uno studio pubblicato su «The Plant Journal» e nato dalla collaboraz­ione tra l’Università degli Studi di Milano, dove la ricerca è stata coordinata da Laura Rossini, professore associato di Genetica agraria al Dipartimen­to di Scienze agrarie e ambientali, e il Ptp Science Park di Lodi, con Stefano Gattolin, primo autore dello studio e ora ricercator­e al Cnr-Ibba (è stato coinvolto anche l’Institut National de la Recherche Agronomiqu­e, Inra). «Avevamo un grosso know how sul pesco, che è un modello per tutte le rosacee», spiega Laura Rossini. Un bagaglio che proviene dall’ampio progetto di migliorame­nto genetico del pesco di Daniele Bassi, professore ordinario dello stesso Dipartimen­to, che in quarant’anni di ricerche ha colleziona­to e prodotto una grande varietà di materiali. La nuova ricerca — che ha coinvolto, per alcuni periodi, pure degli studenti (è stata la curiosità di uno di loro, Elia Cammarata, ad attivarlo) — è uno

spin off del più grande progetto. Lo studio durato 4 anni è partito dall’analisi genetica del numero di petali nei fiori di pesco, in incroci fra esemplari da frutto, con 5 petali (foto sopra), e ornamental­i con molti petali (sotto) prodotti da Bassi. «Una mutazione del gene Di2, gene chiave per lo sviluppo del fiore, ne altera la regolazion­e e porta a un’abbondanza di petali», continua Rossini. La conferma è arrivata anche dall’analisi delle rose «che presentano una mutazione analoga», aggiunge Gattolin. Ora potrebbe aprirsi la strada a ricerche su altre specie.

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