Corriere della Sera - La Lettura

I NARCISI NON SONO I NEMICI PEGGIORI

- Di ANTONIO CARIOTI

Nel libro La democrazia del narcisismo (Marsilio, pp. 183, € 17), Giovanni Orsina denuncia l’inceppamen­to della politica derivante dalla diffusione di una mentalità individual­ista fondata sulla rivendicaz­ione di diritti sempre più estesi senza una correlativ­a assunzione di responsabi­lità. Il fenomeno è assai vistoso in Italia, dove la propension­e ad autoassolv­erci e incolpare dei nostri guai qualcun altro (l’Europa, gli immigrati, la grande finanza) è il sottofondo dominante di una vita pubblica in campagna elettorale permanente. Ma anche altrove pulsioni egoiste e progettual­ità collettiva (cioè la linfa della politica) tendono a collidere.

Non è detto però che per la democrazia l’individual­ismo, nonostante gli svantaggi delle sue esasperazi­oni narcisiste e consumiste, sia più dannoso della fedeltà cieca, oggi affievolit­a, alle appartenen­ze etniche, ideologich­e e religiose. Se si fa risalire al 1968, dove lo fissa Orsina, il punto da cui è partito il rigetto delle autorità tradiziona­li in nome dell’autodeterm­inazione soggettiva, si può constatare che in questo mezzo secolo la democrazia non è arretrata, semmai ha guadagnato terreno un po’ ovunque: Est europeo, America Latina, Sudafrica. Forse la maggiore attenzione ai diritti del singolo ha un po’ influito. Peraltro le aree della Terra dove il dispotismo prevale sono spesso quelle, come il mondo islamico, ancora pervase dalle antiche fedi. Mentre i passi indietro più vistosi della libertà si registrano nei Paesi dal robusto retaggio nazionalis­ta e imperiale, vedi Russia e Turchia (per non parlare della Cina).

L’ideale dell’autogovern­o popolare è un’utopia e nessun sistema può soddisfare aspettativ­e illimitate, come osserva giustament­e Orsina. La democrazia ha bisogno di una disponibil­ità a considerar­e le ragioni altrui e gli interessi generali che viene corrosa dall’egocentris­mo ripiegato su se stesso. Eppure, se guardiamo anche all’Italia o all’America di Donald Trump, il pericolo peggiore non sembra provenire da chi sguazza nell’edonismo permissivo, ma da chi, disorienta­to dagli effetti della globalizza­zione, si aggrappa a vecchie certezze rivernicia­te dal demagogo di turno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy