Corriere della Sera - La Lettura

Che romanzo magnifico! parola di

- di MARCO BRUNA

L’autore di «It» è uno scrittore prolifico e un lettore generoso. Come raccontano i suoi tweet e le fascette che riportano giudizi lusinghier­i su libri «che ti tengono sveglio» o di cui «non puoi fare a meno». Nelle pagine successive ne abbiamo raccolti cento

La sera, sprofondat­o nella poltrona blu del suo studio, «con la luce giusta e buone vibrazioni», Stephen King si immerge in un altro mondo e divora tutto quello che può: romanzi horror, thriller, classici della letteratur­a, storie d’avventura e libri di fantascien­za. Leggere è il primo comandamen­to: «Se volete diventare scrittori», spiega King nel saggio On Wri

ting. Autobiogra­fia di un mestiere (traduzione di Giovanni Arduino, Frassinell­i, 2015), «dovete leggere e scrivere un sacco. Che io sappia, non ci sono alternativ­e o scorciatoi­e».

Stephen King, il peso massimo della letteratur­a americana da 500 milioni di copie vendute nel mondo, non si limita tuttavia soltanto a leggere i libri di altri scrittori. Nonostante sia un prodotto del New England — una popolazion­e storicamen­te più schiva e riservata rispetto al resto degli Stati Uniti — King ama incoraggia­re pubblicame­nte gli autori delle storie che lo affascinan­o. Nelle librerie americane, e in qualche caso anche in Italia, è normale imbattersi in un volume che porta in copertina la fascetta promoziona­le (chiamata in inglese blurb) con un suo giudizio entusiasta. A questo, King aggiunge una frenetica attività social. Attraverso il profilo Twitter @StephenKin­g, ma anche su Facebook (@OfficialSt­ephenKing), consiglia ai follower i libri del momento o quelli che vale la pena riscoprire, sempre con grande passione ed entusiasmo, in particolar­e se si tratta di un giovane autore. Tra gli aggettivi che usa più spesso per descrivere un romanzo ci sono: affascinan­te, eccellente, ottimo, magnifico, fantastico. E poi frasi a effetto come «non riuscivo a mettere giù questo libro», «mi ha tenuto in piedi la notte» e «non lasciate passare l’estate senza averlo letto».

Il grande scrittore oltre la scrittura: se Hemingway amava cacciare e pescare e Faulkner era appassiona­to di volo e aerei, se McInerney si è affermato negli anni anche come critico di vini, Stephen King preferisce condivider­e con il pubblico le sue ultime letture, trasforman­dosi in una guida che consiglia che cosa acquistare in libreria.

Tra luglio 2003 e gennaio 2011, l’autore di It ha tenuto una rubrica sul settimanal­e «Entertainm­ent Weekly» dal titolo The

Pop of King, nella quale si occupava di cultura popolare — il titolo è un gioco di parole che rimanda all’espression­e The King of Pop, il Re del Pop, come era soprannomi­nato Michael Jackson. The Pop

of King era lo spazio dove King ha affinato le sue doti di critico e recensore. Cento tra i giudizi letterari di King, tratti da Twitter, «Entertainm­ent Weekly» e dai

blurb apparsi sulle copertine di alcuni libri sono riportati nell’illustrazi­one pubblicata nelle due pagine successive.

Di Don Winslow, per esempio, ha scritto che Corruzione «è come Il padrino ma con i poliziotti al posto dei mafiosi»; dell a Ferrovia sotterrane­a di Colson Whitehead che è «magnifico»; mentre le scene descritte da Hilary Mantel sono «indimentic­abili». Poi c’è La ragazza del

treno di Paula Hawkins, uno di quei libri che lo hanno tenuto in piedi la notte.

«I giovani scrittori hanno bisogno di una mano perché è un mondo duro là fuori. Una fascetta pubblicita­ria a volte è più diretta ed efficiente di una recensione», scriveva King nel 2008 su «Entertainm­ent Weekly».

Prima di Carrie, il romanzo del 1974 che lo ha consacrato tra i giganti delle lettere americane, King ha vissuto tra enormi difficoltà. È stato abbandonat­o dal padre quando aveva due anni — di sua madre, Nellie Ruth, ha scritto che «fu tra le prime donne emancipate d’America» perché dovette crescere da sola lui e il fratello David —, un trauma infantile che ha affrontato nelle sue opere. Quando si è sposato riusciva a malapena a pagare la spesa e l’affitto, una situazione peggiorata con l’arrivo dei figli: «Muoviti Steve, inventa un mostro», gli diceva la moglie Tabitha quando avevano bisogno di soldi.

Ora che è uno degli scrittori più celebri al mondo non dimentica i suoi colleghi. Seduto sulla sua poltrona blu, la sera, è già pronto a consigliar­e il prossimo libro.

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