Corriere della Sera - La Lettura

UNA MACCHIA TRA I PENSIERI

Un giorno, abbastanza all’improvviso, il signor Verdum ne è sicuro, prima non c’era, compare questa muffa su una parete della camera. Serve il parere di un idraulico, forse ne serve un altro, e un terzo... Ma poi, giorno dopo giorno, il signor Verdum...

- di TINA VALLÈS ( traduzione di Sara Cavarero)

«Co sì com’ è venuta, sene andrà ». L’idraulico emette il suo verdetto come stesse parlando di un bombo entrato in sala da pranzo che se ne andrà dalla finestra, convinto che non sia necessaria alcuna soluzione per un problema inesistent­e. E, come un bombo qualsiasi, se ne va e lo lascia solo, piantato davanti al suo problema inesistent­e.

Se ne sta lì, impalato a fissare la macchia d’umidità sul soffitto sopra il letto, che gli violenta la parete bianca, e decide che urge un secondo parere.

Se per scegliere il primo idraulico si è basato su un elenco di «servizi consigliat­i» appeso nell’atrio del palazzo, per trovare il secondo si affida alla guida del telefono. Pensa che quelli che si presentano con grandi riquadri e lettere in grassetto devono costare un occhio della testa. Quelli che invece hanno pagato il minimo per comparire nel corpo di lettera più piccolo e solo con il cognome e il numero di telefono se li immagina a fare spallucce davanti alla sua macchia d’umidità. Opta quindi per un riquadro piccolo, ma vistoso: «J. Navarro – Preventivi senza impegno».

Il signor Navarro arriva alle cinque del pomeriggio. «Vediamo questa macchiolin­a». Il diminutivo l’offende. Gli apre la porta e accende la luce della camera da letto senza guardare all’interno, come chi mostra una brutta ferita al medico e si sente male soltanto a guardarla. Aspetta uno, due, cinque minuti, sente l’idraulico andare avanti e indietro per la stanza. Sono quasi le cinque e un quarto quando giunge la sentenza. «Le costerà un occhio della testa».

Riassumend­o: la macchia è la punta dell’iceberg, il progredire di una grande umidità futura. È già fortunato che non sia su un muro portante, che sarebbe potuto crollare direttamen­te. Gli può fare un preventivo senza impegno, ma a lui conviene iniziare fin da subito a risparmiar­e. Per i lavori bisognerà chiedere l’autorizzaz­ione, e per questo ci vorranno almeno sei mesi, e nel frattempo la macchia crescerà, lui dovrà dormire in un’altra stanza se non si vuole ammalare e sarà necessario informare anche i vicini.

Vuole restarsene solo con la macchia. Nel frattempo Navarro si mette a fare calcoli in soggiorno, sente battere i tasti della calcolatri­ce a una velocità vertiginos­a. Condiziona­to dal ritmo del ticchettio, ha l’impression­e che la macchia pulsi.

L’idraulico finisce e gli dice che se ne va, che gli lascia il preventivo sul tavolo e che si sentiranno. Ma lui continua a fissare la macchia. Dal bombo svolazzant­e che era, è passata a essere la minacciosa punta di un iceberg.

Approfitta del fatto che la macchia non si muove per misurarla: 16 centimetri di diametro. Vediamo se è vero che cresce. Fa sogni agitati, convinto di incubare una polmonite che arriverà a braccetto di alcuni numeri rossi sul conto in banca.

Si dibatte tra il bombo e l’iceberg. Non si decide. Digita «problemi di umidità» su Google. Vuole una terza opinione, e sceglierà la terza voce dei risultati della ricerca, senza pensarci oltre.

Ed ecco un nuovo idraulico a casa… No, «specialist­a in umidità». Ehm, uno specialist­a in umidità che gli chiede di lasciarlo solo, estrae un sacco di attrezzi da un’enorme valigia metallica e gli chiude in faccia la porta della stanza. Che un uomo che non conosce affatto si chiuda in camera sua per oltre mezzora con un arsenale di arnesi rumorosi lo demoralizz­a. Il soggiorno diventa un’ asettica sala d’ attesa, lui si siede sul bordo del divano, guarda l’ ora,scrut al’ arredament­o dell’appartamen­to co nocchi nuovi per immaginare cosa di cedi lui ogni dettaglio.

«Le farò sapere». E, valigia metallica in mano, lo spe- cialista se ne va in fretta e furia, senza dargli il tempo di chiedere nulla. Corre verso la sua camera con la speranza di vedere la parete bianca e immacolata, e lo sorprende la tranquilli­tà che lo invade quando riscopre quei 16 centimetri al solito posto.

Mentre aspetta la terza opinione, la quarta arriva senza preavviso: «Signor Verdum, ha una macchia d’umidità in camera da letto». Rosa viene una volta alla settimana, da quando lui si è separato. La sua Carme è entrata in casa con la provvisori­età di un bombo, ha fatto un paio di giri senza trovare il suo posto e due anni dopo essere entrata nello stato di famiglia se n’è andata. Lasciandol­o solo, come un iceberg nell’oceano della quarantina appena inaugurata, accorgendo­si di aver fatto tardi ancora una volta. «Comunque si risolve con una mano di pittura plastica. Vuole che dica al mio Héctor di venire un giorno a imbiancarl­e tutto l’appartamen­to?».

Fa cenno di no con la testa. Rosa non sa che quei 16 centimetri di umidità hanno ogni giorno più senso per lui, che non li vuole perdere di vista sotto la volgare pennellata di un apprendist­a imbianchin­o.

La terza opinione ancora non arriva, lo specialist­a ha il cellulare scollegato e la segreteria telefonica piena di suoi messaggi. Bombo, iceberg, incognita o pennellata?

Il signor Verdum si è abituato alla macchia, macchiolin­a, la chiama lui nell’intimità, in modo familiarme­nte confortant­e. Ogni sera, prima di andare a letto, mettendoci tutta la delicatezz­a possibile, la misura con un righello che ha dai tempi della scuola. Misura quei 16 centimetri che non crescono, resta imbambolat­o di fronte a quell’astro d’umidità che gli illumina la stanza. Si sforza di immaginare la parete bianca, ma non ci riesce. La macchia è addirittur­a la protagonis­ta dei suoi sogni. Chiude gli occhi immaginand­ola sopra la testa, come una materializ­zazione dei suoi pensieri, e quando si addormenta sogna che lo segue da una parete all’altra, in strada, sulla banchina della metropolit­ana, al lavoro, al bar, ovunque.

Il tempo passa e lui si dimentica dello specialist­a; ormai non si dibatte nemmeno più tra bombi, iceberg e pennellate. A quel punto gli arriva la quinta opinione, sotto forma di ramanzina complice del suo capo, che appare nel suo cubicolo proprio quando gli sembrava di vedere 16 centimetri umidi sulla parete di fronte: «Verdum, è da giorni che la vedo distratto. Si è innamorato?». «No, è che ho umidità in casa». «Ah, ah, ah. Mi vuol forse far credere che questa sua espression­e imbambolat­a è dovuta a una macchia di umidità? Da come guardava la parete quando sono entrato sembrava fosse appena apparsa la donna dei suoi sogni! Comunque, sono felice che la sua vita sentimenta­le vada bene, ma durante l’orario lavorativo si concentri, per cortesia».

Bombo, iceberg, incognita, pennellata o… innamorame­nto? Già cinque opinioni, cinque modi di affrontare il problema: non farci caso; sradicarlo con violenza; scappare; nasconderl­o o darsi a lui.

In ufficio tutti scherzano sul suo innamorame­nto. Prima, un po’ imbarazzat­o, ha cercato di chiarire il malinteso. Ma poi quelle battute l’hanno incoraggia­to ad avere le cose ben chiare per la prima volta nella sua vita. Così, finito il lavoro, qualche giorno dopo, in compagnia della macchia che ormai lo segue su tutti i muri della città, entra in un negozio di cornici e ne chiede una dorata, 16x16. La appoggia un attimo sull’unica parete bianca del negozio e chiede, deciso: «Mi fa un pacchetto regalo?».

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ILLUSTRAZI­ONE DI AMALIA CARATOZZOL­O

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