Corriere della Sera - La Lettura
L’immagine
Jorge Mayet (L’Avana, Cuba, 1962), Y Llegó la Luz (2016, installazione mixed media), courtesy dell’artista / Richard Taittinger Gallery, New York. Con le sue
sculture mobili sospese a mezz’aria, l’artista cubano (esule in Spagna) ricostruisce una serie di paesaggi immaginari che sono anche metafora della diaspora, delle terre perdute e dell’esilio. Sono, come le definisce Mayet, piccole isole di ricordi infantili e di tranquillità «capaci di resistere alle avversità; abitazioni in rovina che accolgono le popolazioni strappate dall’esilio al loro ambiente natìo»